SorrisoDiverso

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Tra tutti gli “-ismi”, i più odiosi sono il razzismo ed il bullismo, specie se si manifestano assieme, in una miscela dagli effetti devastanti. Ne fornisce una pregevole esemplificazione il film breve “Il Seme della Speranza”, di Nando Morra, autore anche della sceneggiatura, a 4 mani con Marta Gervasutti.  Congegnato con una struttura magistrale, che porta lo spettatore all’interno della storia e del tema con efficace immediatezza. Tratteggia mirabilmente i caratteri a tinte forti e conduce rapidamente verso un finale fulminante. Meritevole di citazione la lezione del maestro in classe: “Voi siete il seme della speranza. La speranza di avere un mondo senza guerre, senza distinzioni. Avete il potere di diventare degli adulti migliori, di noi!”.  

 

 

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Una delle cose più difficili da smontare in una società sono i pregiudizi che derivano da stereotipi. Specie se stereotipi di genere, secondo i quali un maschietto non dovrebbe mai giocare con un bambolotto che rappresenta un neonato da accudire. Fulminante il modo in cui, con la semplicità inattaccabile e disarmante del ragionamento di un bambino di 6 anni, Giovanni gela il signore della panchina che gli faceva osservare che sono le femmine che giocano a fare le mamme: “Forse sei tu che non hai capito, io non sono la mamma, sono il papà!”. Idea geniale per un film sorprendente, che in soli 5 minuti assesta un colpo ai pregiudizi più efficace di cento trattati politically correct. 

 

 

Valutazione attuale: 5 / 5

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“Eroi Perduti” di Lorenzo Giroffi è un film sorprendente. Per la forte originalità. Per la forza espressiva. Per la capacità di raccontare in soli quattordici minuti la storia di una complessa e sofferta presa di coscienza. Per un apparato produttivo imponente per un cortometraggio, con una accurata ricostruzione storica in un film in costume, inusuale per un cortometraggio indipendente.

L’idea di cortometraggio risultò vincitrice di un bando promosso dalla Film Commission Regione Campania. Lunia Film, casa di produzione di Luca Ciriello, ha deciso di completare la sua fase produttiva lanciando una campagna di raccolta fondi a sostegno della migliore realizzazione possibile del progetto, che si è conclusa con un incasso di 5201 euro provenienti da 99 sostenitori.

La forte originalità risiede nella ricerca del concetto universale di resistenza. Per una volta lontano dalla retorica apologetica di tanti, troppi, film sulla resistenza partigiana in epoca bellica della Seconda Guerra Mondiale. Che trova le radici molto lontano dall’Italia, nelle invase e massacrate colonie italiane in Africa (“dove la notte è ancora più notte”). Un concetto universale che trova il suo manifesto nella bella e significativa frase, posta ad esergo finale dei film, pronunciata fuori campo dal protagonista: “Qui ho visto come si fa a difendere la propria terra. Qui ho imparato la resistenza, essere ribelli. Non sotto una bandiera, no, ma sotto il proprio cielo!”.

Una vicenda di forte impatto, epica, edificante, esemplare. Raccontata da un film imperdibile.