SorrisoDiverso

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Le immagini, tratte dal web e montate insieme al ritmo della musica, ci fanno rivivere i due anni terribili di pandemia, dalla quale ancora non siamo del tutto fuori. Sono un memento della tragedia che abbiamo dovuto affrontare, ma al tempo stesso ci ricordano anche come siamo riusciti ad affrontarla. Con forza, speranza, aiutandoci gli uni con gli altri. Da un canto di dolore, dunque, la clip ci fa passare ad un canto di gioia nei confronti della capacità di resilienza dell’umanità.

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Un uomo e una donna che si rincorrono, si allontanano, si avvicinano: la clip racconta bene le sfide che una coppia deve affrontare quando la malattia arriva a mettere tutto in dubbio. Come nell’immagine che ritorna, dei due che si guardano negli occhi girando in circolo, la vita è un giro tondo in cui dobbiamo affidarci l’uno all’altro. La clip si affida ad uno storytelling efficace che racconta bene questi alti e bassi di vicinanza e lontananza, in cui però non ci si perde mai di vista.

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Non c’è niente di più spiazzante e vero dello sguardo di un bambino e delle parole che pronuncia. Questo documentario, attraverso un ritmo in crescendo, grazie anche alla musica che l’accompagna, ci racconta senza fronzoli e orpelli ma con sincerità e autenticità la visione di alcuni bambini di una scuola della periferia romana su temi difficili e spinosi come quelli della violenza, del razzismo e dell’intolleranza. Il regista è bravissimo a entrare piano piano in sintonia con i suoi piccoli attori-non attori, a stimolarli, a farli sentire a proprio agio e a permettere loro di esprimersi. Un piccolo gioiello che ci mostra come sia possibile fare una didattica veramente utile ed inclusiva nelle scuole.