SorrisoDiverso

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«𝘓𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘩𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘱𝘦𝘳𝘧𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘪𝘳𝘳𝘦𝘢𝘭𝘦, 𝘲𝘶𝘢𝘴𝘪 𝘦𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪𝘷𝘢 𝘦𝘥 𝘦𝘴𝘢𝘭𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦. 𝘉𝘦𝘯𝘤𝘩𝘦́ 𝘴𝘶 𝘶𝘯 𝘳𝘦𝘨𝘪𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘪𝘯𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘳𝘶𝘴𝘵𝘪𝘤𝘰 𝘦 𝘱𝘰𝘱𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦, 𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘦̀ 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘝𝘦𝘯𝘦𝘻𝘪𝘢, 𝘰 𝘜𝘳𝘣𝘪𝘯𝘰, 𝘰 𝘗𝘳𝘢𝘨𝘢, 𝘰 𝘈𝘮𝘴𝘵𝘦𝘳𝘥𝘢𝘮. 𝘓𝘢 𝘤𝘭𝘢𝘴𝘴𝘦 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘨𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘺𝘦𝘮𝘦𝘯𝘪𝘵𝘢 𝘴𝘦 𝘯𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘨𝘰𝘨𝘯𝘢, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘦̀ 𝘱𝘰𝘷𝘦𝘳𝘢 𝘦 𝘴𝘱𝘰𝘳𝘤𝘢, 𝘦 𝘤𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘩𝘢 𝘰𝘳𝘮𝘢𝘪 𝘵𝘢𝘤𝘪𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘵𝘳𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦.

(...) 𝘊𝘪 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘨𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘭𝘭'𝘜𝘕𝘌𝘚𝘊𝘖 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘢𝘪𝘶𝘵𝘪 𝘭𝘰 𝘠𝘦𝘮𝘦𝘯 𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘷𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘵𝘳𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘤𝘰𝘮𝘪𝘯𝘤𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘵𝘳𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘚𝘢𝘯𝘢'𝘢, (...) 𝘪𝘯 𝘯𝘰𝘮𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘤𝘢𝘯𝘥𝘢𝘭𝘰𝘴𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘳𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘢𝘵𝘰.»

La voce di 𝗣𝗶𝗲𝗿 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗼 𝗣𝗮𝘀𝗼𝗹𝗶𝗻𝗶 incardina le immagini de 𝙇𝙚 𝙢𝙪𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙎𝙖𝙣𝙖'𝙖. In occasione dei cent'anni dalla nascita dell'intellettuale, abbiamo scelto di ricordarlo attraverso un'opera che riguarda anche noi: un cortometraggio.

Perché 𝘓𝘦 𝘮𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘚𝘢𝘯𝘢'𝘢 è un documentario di poco meno di 13 minuti, girato nella capitale dello Yemen e diffuso nel 1971 come appello all'UNESCO contro la forza disgregante della contemporaneità, che Pasolini rintracciava indistintamente nelle forze capitaliste e socialiste allora in competizione per spartirsi il mondo. Risparmiata dai secoli, la città yemenita era un miracolo di bellezza incontaminata, e dunque pura; genuina, e dunque ignara di sé. Una condizione che le era servita a sopravvivere nel suo stato primigenio, ma che di fronte agli influssi della modernità rischiava di darsi per scontata una volta di troppo e scrollarsi di dosso la sua identità - la sua unicità.

Attraverso Sana'a, Pasolini parla anche dell'Italia come già non era più; un Paese che qualcuno ancora ricorda. In questo film c'è tutto il cinema di PPP, lo squarcio di immagini crude, traballanti perché vere, riprese a spalla. La luce catturata dalla cinepresa rappresenta il colore di un sole diverso, un giallore che brucia la terra e scarnifica gli edifici, evocato e cercato da una fotografia meravigliosa: quella di Tonino Delli Colli e del maestro Nino Celeste, che da anni è un pilastro e un vanto del nostro Festival.

Cent'anni di #Pasolini. Noi li celebriamo così.

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𝐏𝐚𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞: 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐫𝐧e?

La domanda è reale, non retorica: abbiamo l'opportunità per farlo davvero, in presenza.

Le occasioni sono due 𝗱𝗶𝗯𝗮𝘁𝘁𝗶𝘁𝗶 moderati da Marco Stancati, comunicatore d'impresa e docente alla Sapienza Università di Roma, che si terranno 𝗹'𝟭𝟭 𝗲 𝗶𝗹 𝟭𝟮 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼 nell'ambito del Campus di Formazione Obiettivo5 - Parità di genere organizzato dal Corriere della Sera.

Gli argomenti sono di assoluta attualità:

𝗔𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝗼 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗮𝘀𝘁𝗲𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶 𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 #schwa?

O lo si ama, o lo si odia, o lo si ignora. In qualunque modo la si pensi, è un tema su cui occorre informarsi con attenzione, perché riguarda il primo e il più importante dei nostri strumenti: la lingua che parliamo e il modo in cui ci descrive.

Il dibattito si terrà 𝘃𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀ 𝟭𝟭 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟴:𝟬𝟬 nell'Aula Matematica III della città universitaria della Sapienza (per prenotarsi, cliccare qui ).

𝗗𝗼𝗻𝗻𝗮, 𝘂𝗼𝗺𝗼 𝗲... 𝗱𝗶𝗻𝗼𝘀𝗮𝘂𝗿𝗼: 𝗵𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝗶𝗴𝗶𝗲𝗻𝗶𝗰𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲?

Sì, avete letto bene. I WC separati tra uomini e donne possono essere messi in discussione, in una società in pieno confronto con il concetto di fluidità di genere?

Il dibattito si terrà 𝘀𝗮𝗯𝗮𝘁𝗼 𝟭𝟮 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟲:𝟬𝟬 nell'Aula Matematica II della città universitaria della Sapienza (per prenotarsi, cliccare qui ).

La partecipazione è 𝗴𝗿𝗮𝘁𝘂𝗶𝘁𝗮 (e lo sono anche tutte quelle correlate, per chi fosse interessato). È 𝗼𝗯𝗯𝗹𝗶𝗴𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗽𝗿𝗲𝗻𝗼𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘁𝗼 tramite i link sopra riportati. Per partecipare è necessario disporre di un 𝗚𝗿𝗲𝗲𝗻 𝗽𝗮𝘀𝘀 valido.