Recensione: Yo-yo
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Scritto e diretto da Enza Lasalandra che è anche produttrice e soggettista del cortometraggio, Yo-yo mostra gli alti e bassi di una donna alle prese con i problemi di peso derivanti da un disturbo alimentare. Grazie a un’alternanza che con ritmo allegro illustra le cattive abitudini della protagonista, i passaggi da diete improbabili alle abbuffate e il fatidico momento della pesatura, l’autrice riesce a suggerire con efficacia l’ossessione per il cibo in cui il personaggio ricade puntualmente, malgrado le buone intenzioni. Con uno sguardo acuto, capace di mettere in luce i modi in cui anche inavvertitamente si può ferire la sensibilità di chi ha problemi di peso, Enza Lasalandra mostra uno spaccato della realtà di chi lotta con un bisogno fondamentale diventato un pericoloso chiodo fisso.
Eleonora è una donna in sovrappeso che non sa proprio dire di no al cibo. Lo spettatore la vede lasciarsi andare a eccessi alimentari, un po’ buffi, un po’ grotteschi, nel corso della sua giornata, letteralmente scandita dai pasti. A un certo punto, nella testa di Eleonora sembra suonare qualche campanello d’allarme e si convince a parlare con un esperto al quale confessa il suo rapporto con il cibo, i suoi tentativi di rimettersi in riga con l’alimentazione e con l’integrazione di attività fisica e la tendenza a riprendere dopo periodi di rigorosa disciplina. Emergono, oltretutto, gli episodi che l’hanno fatta sentire, a causa del suo peso, diversa e infelice. Il nutrizionista, da parte sua, fa del suo meglio per spiegarle come affrontare, stavolta in modo sano e produttivo, il suo percorso per ritornare a uno stato di equilibrio.
La scrittura di Enza Lasalandra sa ricavare riflessioni interessanti da un tema comune come il disagio con il proprio peso, assumendo una prospettiva che sa andare in profondità, con l’oscillazione dal lato ilare del cortometraggio a episodi mostrati allo spettatore che fanno sentire la protagonista umiliata. In questo modo Enza Lasalandra mette in luce lo sgradevole contrappasso del piacere del cibo, quando il rapporto con l’alimentazione diviene sbilanciato e la difficoltà incontrata quando si viene assaliti dal disprezzo e dall’indelicatezza del prossimo.
Il montaggio di Giacomo Geremia risalta il taglio ironico del cortometraggio e la ricorrenza delle abitudini negative. In questo modo, lo spettatore riesce a cogliere il messaggio del corto: il vero scoglio non è fare a meno del cibo o di certi tipi di cibo, ma la trasformazione graduale e permanente delle proprie abitudini – il vero segreto per adottare uno stile di vita sano. Impagabile l’interpretazione dell’attrice protagonista, Antonella Cimino, capace di trasmettere emozioni diverse, di suscitare tanto il riso, quanto la riflessione.