SorrisoDiverso

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3 dicembre, la giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità.

L’abbiamo celebrata l’anno scorso con lo spot di Riccardo Trentadue. Il titolo: Ogni giorno è una partita. Lo trovate sul canale YouTube del Festival “Tulipani di Seta Nera”: uno spot per ricordarci che le piccole e grandi conquiste sono una sfida quotidiana.

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Essere diversi LocandinaNel video abbiamo rincontrato anche Francesco Musto che con il suo Essere Diversi ha vinto il Premio Sorriso Rai Cinema Channel 2020. Il corto di Francesco è un esempio delle molte opere che nel corso delle edizioni del Festival hanno raccontato la disabilità.

L’autore, anche interprete del protagonista, ha ribaltato il significato del titolo. Nel suo racconto ‘essere diversi’ è una conquista finale. La dimostrazione che le vere differenze non stanno nelle limitazioni fisiche o cognitive, ma nella forza di rispondere all’odio senza ricambiarlo. Se la diversità ci distingue, ci dice il corto di Francesco Musto, facciamo sì che ci distingua nel bene.

Anche altre opere hanno lasciato un messaggio importante al pubblico dei Tulipani. Diamo un’occhiata a cosa è accaduto durante la scorsa edizione e ai corti che gli autori del 2021 hanno presentato al Festival.

 

Una gara di solidarietà

Prima di questo, una riflessione: il 2021 è stato l’anno in cui abbiamo raggiunto un obiettivo importante perché Tulipani di Seta Nera ha portato sulla piattaforma di Rai Cinema Channel sessanta corti sottotitolati in italiano.

I registi, saputo che le opere sottotitolate avrebbero favorito l’accessibilità dei cortometraggi da parte del pubblico di persone sorde, hanno risposto con entusiasmo. Hanno rimesso mano al montaggio e hanno prodotto per il Festival la versione sottotitolata della loro opera. Il concorso di TSN l’anno scorso non è stato solo una gara di cinema, ma anche una corsa di solidarietà.

 

Istruzioni per spiccare il volo

Fly Locandina

Fly, in originale Vuela, cortometraggio di Carlos Gómez-Mira Sagrado. Un corto d’animazione che trasporta il pubblico sui rami di un albero, nel mondo di un uccellino con un’ala deformata. Abbandonato dal resto dello stormo, il protagonista sembra perdere ogni speranza e la voglia di vivere. A cambiare il corso della sua esistenza solitaria è l’arrivo di un pulcino bisognoso di cure. Anche lui è rimasto da solo.

I due uccellini iniziano un percorso insieme. Apprendono l’uno dall’altro, superano gli ostacoli e scoprono che la forza dei legami e della famiglia è quella di riuscire a donare ciò che non si credeva nemmeno di possedere.

Fly è un cortometraggio per adulti e bambini che riserva allo spettatore colpi di scena, sequenze emozionanti e un finale capace di stringere il cuore.

 

La ricetta del buonumore? Un corto per Natale

LA PANNA COTTA LOCANDINAÈ un corto sulla disabilità visiva quello che mette in scena Pietro Albino Di Pasquale con il suo La Panna Cotta. Cortometraggio a tema natalizio che ha per protagonisti Sergio e Francesco.

Sergio è una persona cieca e si rivolge a un servizio di assistenza per farsi aiutare a preparare il dolce che vuole godersi per Natale: la panna cotta. A rispondergli è Francesco, un po’ impacciato, dal momento che è alla sua prima esperienza e che in realtà si trova lì in sostituzione di qualcun altro.

Con il suo approccio spontaneo, tuttavia, Francesco riesce a far fronte agli imprevisti che ostacolano la comunicazione, dai piccoli e grandi malintesi, alla connessione che salta. Un cortometraggio che sa sorridere delle differenze, come si fa tra amici.

Da non perdere la scena dopo i titoli di coda.

 

Ricominciare da sé…

Ricomincio da me LocandinaUn cortometraggio per parlare di riscatto, della vita che non si ferma e del lavoro che guarisce la paura di essere diventati inutili. È il tema di Ricomincio da me di Enza Lasalandra, vincitore del premio INAIL – Il Valore del Lavoro 2021.

Un’opera che comunica la voglia della protagonista di superare la sofferenza e di affrancarsi da un passato perduto per scegliere di costruire il futuro.

È la storia di Anna, costretta su una sedia a rotelle a seguito di un incidente. Abbandonata la sua carriera di attrice teatrale rimane a lungo in balia di ricatti e motivi e deliberati atti di sfruttamento da parte delle persone a lei più vicine.

Fino al momento in cui Anna decide che ne ha abbastanza e che lontano da tutto questo c’è un futuro che l’aspetta: basta trovare il coraggio di allungare una mano e arrischiarsi ad afferrarlo.

 

…Per ripartire, insieme

Gocce di luce LocandinaVincitore del premio ASviS 2021 e del premio COndiVIDiamo Diversità 2021, Gocce di Luce di Silvia Monga assembla e racconta un incastro di punti di vista, un mosaico di vite circoscritte dalle mura domestiche durante il lockdown.

Gocce di luce parla di isolamento, ma anche di amicizia. Mostra al pubblico la chiusura e la ripartenza. E infine racconta la disabilità, durante e dopo il Covid, comunicando un messaggio fondamentale: nessun nuovo inizio è davvero possibile se non si ricomincia insieme.

Un corto che ricorda allo spettatore di coloro che vivono nell’isolamento ogni giorno e non solo durante una quarantena. Al tempo stesso, l’opera di Silvia Monga fa il ritratto di un’umanità che ha scoperto nuovi modi per colmare le distanze.

Una doppia lezione per farci prendere le misure da fuori e da dentro i momenti di crisi e per chiederci di non dimenticare nessuno quando le cose tornano al loro posto.

 

 

 

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Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Un’occasione che solo un anno fa il Festival Internazionale della Cinematografia Sociale “Tulipani di Seta Nera” ha celebrato con una campagna di sensibilizzazione, in collaborazione con ASviS e ANMIL Nazionale, lanciando lo spot di Riccardo Trentadue e l’hashtag #maipiùscalebugiarde.

Oggi come allora, i Tulipani credono nel potere delle immagini e pensano che il cinema sia un maestro per lo sguardo: una guida che punta su angoli di realtà a volte confortanti, a volte scomodi, ma da cui non ci si può permettere di distogliere la vista. Trascinati dagli impegni e dalle distrazioni, oggi diventa sempre più difficile restare vigili, ritagliare un tempo per la riflessione, ma il cinema è ancora capace di ottenere una risposta quando reclama l’attenzione del suo pubblico e ne chiede in prestito lo sguardo per qualche ora. E guardare significa prima di tutto anticipare con gli occhi il passo sul percorso.

 

Ma prima, uno sguardo indietro

Quest’anno per TSN è l’edizione d’oro, e l’oro lo ha conquistato con la tappa dei suoi quindici anni di Festival di cinematografia sociale e di premi nel contesto delle rassegne di cinema più importanti d’Italia. Un traguardo prezioso che induce a guardare al tragitto compiuto e a fare un bilancio. I Tulipani vogliono farlo pensando al tema di oggi, la violenza sulle donne, e a come i registi abbiano saputo raccoglierne le difficili prospettive e offrirle al pubblico negli ultimi tre anni.

 

Impressioni sulla pellicola: il cinema riflette

Durante l’edizione del 2019 i registi dei Tulipani hanno proposto opere che, in un modo o in un altro, hanno raccontato i segni della violenza di genere: quelli visibili sul corpo e non solo.

A cominciare da Fabrizio Nardocci, che con Viola del Pensiero mostra una protagonista terrorizzata dall’idea di finire di nuovo nella relazione violenta di cui si è liberata con fatica. Vivido e doloroso è anche il racconto che si ritrova in Mia di Mario Spinocchio: la storia di Miriam, svuotata dal compagno della sua personalità, tramutata in un possesso e sorda agli avvertimenti di chi l’ha davvero amata.

Vincitrice del premio come Migliore Attrice 2019, poi, Caterina Milicchio, ne Il giorno più bello di Valter D’Errico, porta sullo schermo le scene drammatiche di uno stupro. Il cortometraggio si concentra su un diverso effetto della violenza rappresentata: una gravidanza, conseguenza innocente di un atto colpevole, e sulla difficile scelta della protagonista.

Con Le Piccole Cose Alessandra Carrillo ha mostrato come il segno, in questo caso, possa trasformarsi in una linea di confine, sorta dal paragone tra una relazione tossica e una sana. Un limite da non superare mai più.

Infine, Sadok di Geraldine Ottier porta il segno sulla tela: un artista, testimone della violenza domestica intravista dalla finestra, la rappresenta in un dipinto. Le conferisce una forma e un’interpretazione che non può più essere negata. Perché alla fine, dopo il corpo e dopo i ricordi, l’ultima cosa che si presta a raccogliere e a fermare l’immagine della violenza è proprio il supporto artistico: la tela nel corto, la pellicola nella realtà.

 

Rompere il silenzio, ricongiungere le prospettive

Sugli schermi della XIII Edizione del Festival TSN sono arrivate opere capaci di sfidare lo spettatore a costruire un’idea di reazione davanti al fenomeno della violenza di genere e alle sue giustificazioni.

Lo fa Andrea Cecconati con The Human Bugs Anthology: Caresses, che con la sua protagonista prigioniera in un mondo in bianco e nero ci mostra come una presa di posizione possa invertire uno sbilanciamento di potere. Con Don’t be silent, al terzo posto per il Premio Sorriso Rai Cinema Channel 2020, Angelo Faraci esorta già dal titolo a lottare contro l’indifferenza: la sua protagonista fa un terribile incubo, una violenza di gruppo a sfondo omofobo. Sebbene sia illesa, al suo risveglio, in lei nasce il desiderio di ribellarsi.

Burning Red di Fabrizio Ancillai, corto finalista della XIII edizione, accosta i racconti della stessa vicenda di due diversi personaggi, una storia che converge verso un finale irreversibile. Il corto esprime una critica alla violenza che cerca di trovare scuse, di dividere le responsabilità tra l’aggressore e la sua vittima.

Nel suo Eva Paolo Budassi affronta il tema della denuncia, del dovere di tutelare il proprio benessere e della scelta attiva di cavarsi fuori dalle situazioni di oppressione.

Al secondo posto per il Premio Sorriso Rai Cinema Channel 2020, La forza di Alice di Michele Li Volsi non racconta solo la ferocia di un gruppo di delinquenti che si abbatte sulla protagonista, ma mostra anche la sua capacità di rinascita e quella di dare la vita, a sua volta, nei molti modi in cui è possibile farlo.

Infine, 11 di Piergiorgio Martena è il racconto di una giovane calciatrice che subisce abusi dal suo allenatore. Nella solitudine di un segreto serbato con vergogna, al momento di scegliere, la protagonista decide di continuare a far fronte comune con la sua squadra. “11”, questo il numero sulla sua maglietta, non si lascia trascinare dal dolore in un isolamento indifferente, ma decide di lottare per i suoi obiettivi e per quelli delle sue compagne.

 

Dove c’è pericolo cresce anche ciò che salva

Con TSN 2021, gli spettatori hanno scoperto cortometraggi agli antipodi: da lavori che mostrano la volontà di ricostruirsi con fatica dopo aver subito violenza, a scenari in cui non c’è più nulla che possa essere riparato. Un monito per ricordare al pubblico che ciò che non viene protetto potrebbe andare perso per sempre.

È il caso di Locked di Igor Maltagliati, dolorosa rappresentazione dell’aumento del tasso di femminicidi durante il lockdown. Lo stesso vale per 31 settimane di Iole Masucci, in cui la tenerezza della protagonista viene calpestata dalle ossessioni malsane di chi le era vicino.

In Mi chiamavo Eva, vincitore del Premio Sorriso di VariEtà 2021, Miriam Previati fornisce un’altra declinazione della violenza di genere, mostrando gli effetti del revenge porn su una donna che non riesce più a risanare la propria immagine e a ripulirla dallo stigma dell’oscenità.

Con The Legend of Kaira di Emanuela Del Zompo il pubblico incontra una protagonista che paga con la vita il suo tentativo di opporsi a un matrimonio combinato.

Dall’altra parte troviamo cortometraggi come Regenerate di Angelo Faraci, vincitore del Premio Sorriso Rai Cinema Channel 2022. Il corto racconta la storia di una ragazza che combatte contro i ricordi degli abusi di suo padre, sostenuta nel suo percorso di rinascita dall’amore sano del suo fidanzato.

Mostro di Gianni Quinto serve a smascherare la violenza di un uomo che ha sfigurato con l’acido l’ex compagna e a dare a quella nuova la consapevolezza per sottrarsi al mostro che non sapeva di avere accanto. Infine, se in Tell di Susana Ramírez de Arellano troviamo la protagonista perseguitata da frequenti attacchi d’ansia a seguito di una violenza non elaborata, dall’altra un urlo liberatorio e la distruzione di una foto lasciano sperare che la consapevolezza, per quanto difficile, sia sempre preferibile a una fragile maschera di serenità.

Tulipani di Seta Nera crede nella forza del sorriso, del cinema ottimista che mostra la strada per le soluzioni. Al tempo stesso, a volte lo sguardo va condotto dove non fa piacere guardare. Ma alla fine del tragitto c’è la promessa che l’amarezza possa diventare uno strumento. Un sorriso amaro, in fondo, non è che un sorriso diverso: segue il pubblico fuori dalla sala e lo arma di coraggio.

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COMUNICATO STAMPA

“COME PIETRA PAZIENTE” IN ANTEPRIMA NAZIONALE AL TEATRO MARCONI DI ROMA

Sostenuto dalla Regione Lazio con il Fondo Unico 2021 sullo Spettacolo dal Vivo, il progetto della Tehuana srls porta in scena la dolorosa esistenza della donna afghana

 

Roma, novembre 2021 – Tratto dal romanzo “Pietra di pazienza” di Atiq Rahimi, autore e regista afghano, lo spettacolo “Come pietra paziente” ha dbuttato a teatro in anteprima nazionale il 10 e l’11 novembre 2021 al Teatro Marconi di Roma.

Il progetto, sostenuto dalla Regione Lazio con il Fondo unico 2021 sullo Spettacolo dal vivo, è un doloroso viaggio negli abusi culturali che permeano la vita della donna afghana, privata di ogni diritto e lesa attraverso la sistematica negazione della propria dignità, identità, libertà.

Con la regia di Matteo Tarasco, che ha curato traduzione e drammaturgia del testo, “Come pietra paziente” è interpretato da Alessia Navarro, Fabio Appetito, Marcello Spinetta e Kabir Tavani: tra le mura di una modesta abitazione, cullata dai rumori incessanti della guerriglia, una giovane donna assiste il marito morente, colpito gravemente alla testa durante uno scontro armato. Dinanzi all’uomo, impossibilitato a rispondere, la donna confessa e rivendica la propria condizione femminile, ergendo il corpo inerme a sua Pietra di Pazienza.

“Nelle trame dello spettacolo si condensano tematiche importanti e trasversali” - dichiara il regista, Matteo Tarasco - “Famiglia, cultura, religione, corpo, sessualità e, certamente, una dimensione femminile complessa, che cercheremo di restituire al pubblico con responsabilità e sensibilità, grazie allo studio attento del testo e del suo contesto d’origine”.

“Tu sei la mia pietra di pazienza, ti dirò tutto finché non mi sarò liberata delle mie sofferenze e tu non andrai in frantumi” – Alessia Navarro, protagonista, commenta una delle sue battute più significative: “Nella tradizione popolare afghana, la pietra di pazienza è una pietra cui confessare i propri segreti e i propri dolori, nel tentativo di liberarsene. Interpretare questo ruolo è innanzitutto un atto di grande responsabilità, non solo nei confronti del lavoro svolto, quanto nei confronti di ciò che la storia narra. Una storia cruda, violenta, drammatica e veritiera sulla condizione di una donna in particolare, inserita all'interno di un contesto storico e sociale determinato. Un viaggio all'interno dell'animo femminile capace di allargare il proprio raggio d'azione verso orizzonti più ampi e sentimenti universali quali la solitudine, la sottomissione, l'impossibilità di esprimere le proprie opinioni e le proprie idee. In definitiva, si tratta di una presa di coscienza per meglio comprendere i sentimenti delle molte donne costrette a negare la propria presenza nel mondo”.

Affidandosi alla narrazione della lacerante dicotomia tra Oriente ed Occidente, la rappresentazione vuole essere un grido in favore dell’autodeterminazione della figura femminile, offrendo uno spazio di profonda riflessione e un potente strumento di sensibilizzazione verso il tema, più che mai attuale.

Il progetto vanta il sostegno della Comunità Afghana in Italia e di diverse realtà impegnate quotidianamente nella difesa dei diritti delle donne, italiane e straniere, nei processi di accoglienza, inclusione, empowerment e autonomia loro dedicati: Nove Onlus, Associazione Carminella, Rising – pari in genere, Cooperativa Sociale Magliana Solidale, Casa Internazionale delle Donne.

Quest’ultima ospiterà inoltre l’incontro di presentazione del progetto in programma il prossimo 24 novembre 2021, dalle 17 alle 19: un’occasione di incontro e confronto sul tema fulcro dello spettacolo – la condizione femminile tra abusi e autodeterminazione - estremamente attuale ed al tempo stesso tristemente trasversale, a poche ore dalle celebrazioni per la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne (25 novembre 2021). Per maggiori info: https://fb.me/e/7ODrKBCxZ  - Tel. 339.7908001

Al successo dell’anteprima nazionale (10/11 novembre, Teatro Marconi), seguiranno le repliche al Teatro 7 OFF (dal 2 al 5 dicembre 2021) e al Teatro Tor Bella Monaca (dal 6 al 9 dicembre 2021). Per info e prenotazioni: 333.5001699.

Traduzione, drammaturgia e regia di Matteo Tarasco. Con: Alessia Navarro; Fabio Appetito; Marcello Spinetta; Kabir Tavani. Musiche di Stefano Mainetti. Scene e costumi Chiara Aversano. Disegno luci Marco Laudando. Assistente alla regia Marta Selvaggio. Produzione esecutiva Federico Perrotta. Organizzazione Valentina Olla.

Tehuana Srls

La Tehuana srls, nata nel gennaio 2017 dall'esperienza trentennale di Claudio Insegno, ha prodotto, co-prodotto e distribuito fra gli altri: FRIDA KAHLO, il ritratto di una donna, regia di Alessandro Prete; IMPARARE AD AMARSI, regia di Siddhartha Prestinari; FOLLIA di Fabio Appetito, regia di Matteo Tarasco; FRANKIE E JOHNNY, paura d'amare, regia di Alessandro Prete; 58 SFUMATURE DI PINO, regia di Claudio Insegno; L’ULTIMO GIORNO DI UN CONDANNATO A MORTE di Victor Hugo, Regia di Matteo Tarasco.

Ufficio stampa

Silvia Alesi

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