SorrisoDiverso

Extranostro, regia di Kis Keya, critica a cura di Armando Lostaglio

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È un episodio be strutturato, nel montaggio come nella intersezionalità delle situazioni e dei protagonisti. Si amano a prescindere dal colore della pelle o dal loro genere. Questo almeno è quanto appare dalle effusioni che si trasmettono. Le vicende umane si dilatano e si confrontano nel perimetro di una metropoli. Pur avendo un legame particolare alla comunità afroqueer, la serie rimane un esempio estetico di eccentricità, con la disinvoltura dei protagonisti avvinti da un proprio credo che è più di una convinzione o condizione di vita. Una varietà di personaggi mostra al contempo una pluralità di culture, generi e orientamenti sessuali: visibilità, diversità, creazione sono le parole chiave di Extranostro.