SorrisoDiverso

Valutazione attuale: 5 / 5

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“La goccia e il mare” nei suoi undici minuti di pellicola ci presenta una storia capace di raccontare il tema della cultura della legalità tra il serio e il faceto, lì dove il termine ‘cultura’ diviene non solo il complemento necessario dell’espressione, ma il suo cuore pulsante.

Enzo Pallottini, personaggio principale della storia e portavoce del principio distorto per il quale un sistema corrotto chiama nuova corruzione, è ritratto e incarnazione di quell’Italia che trova nel meccanismo della legittimazione degli espedienti, il facile pretesto per aggirare le regole.

La retorica di Enzo – semplice, ma non di semplice rappresentazione – appare in grado di spostare il mirino del biasimo dallo sciacallaggio fiscale ai capri espiatori che egli individua nella società, mettendo in luce, proprio in questo, come il vuoto di cultura abbia un enorme ruolo nelle contraddizioni sociali rappresentate da questo personaggio.

Queste note ciniche, mascherate da disillusione, ma usate di fatto a proprio uso e consumo, farebbero presagire la vittoria della grottesca visione della realtà di Enzo. Tuttavia la pellicola sceglie di deviare da questa strada presentandoci i degni antagonisti del cinismo e regalando allo spettatore, insieme a una risata, un messaggio sul piccolo ma fondamentale ruolo di ogni individuo che sceglie un percorso onesto.

Il tono ironico del corto, il suo linguaggio e le sue risoluzioni confluiscono in risultato esilarante, capace di mettere alla berlina quelle stesse astuzie che vorrebbero prendersi gioco di tutti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valutazione attuale: 5 / 5

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Il corto racconta la storia di Anna, una donna con un passato segnato dalla violenza, causata da chi doveva donarle solo amore e protezione: il marito.

Anna è una donna che ha avuto il coraggio di denunciare e di cambiare vita, ma quando il marito viene scarcerato tutto il dolore riaffiora prepotentemente e tornano a galla tutti gli insulti e le percosse subite durante il suo matrimonio. Perdonare e credere nel cambiamento di una persona che per anni è stata la causa di dolori e umiliazioni non è facile neanche da pensare, perché farlo significherebbe annullare tutto quello che è successo, ignorando ferite e cicatrici, ma soprattutto il loro peso sulla psiche e nel rapporto con il resto del mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valutazione attuale: 4 / 5

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Cafèsigaret è una commedia, ironica, nera, ma allo stesso tempo seria e profonda all’interno della quale si parla di dolore, componente reale ed importante che caratterizza la vita di ognuno dei personaggi. Il corto è anche un western di provincia, dove al posto delle pistole si fronteggiano i ricordi belli e le ferite, un duello immerso nelle terre in cui la nuova industria sta sostituendo la vecchia, dove le montagne spaccate sono lo sfondo ideale di questo incontro tra due personaggi reali, malinconici e selvaggi. Reali perché Silvio e Giggino esistono davvero e hanno ispirato il regista a realizzare questo cortometraggio.

Il ritmo di montaggio sottolinea la differenza tra i ritmi dei due personaggi: lento, faticoso è il ritmo di Silvio, irrequieto e veloce quello di Giggino. Il prodotto finale offre allo spettatore l’idea di un tempo sospeso, di un'atmosfera tesa, anticipatrice di un'esplosione che si esplicherà nel finale.