SorrisoDiverso

RECENSIONE: MIA di Mario Spinocchio

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Mia è una donna accecata dall’amore al punto da non vedere il pericolo che corre. Una donna che in poco tempo diventa segregata e percossa, in cui aleggia la consapevolezza latente della necessità di svegliarsi prima che sia troppo tardi. Mario Spinocchio, con il suo corto, indaga su un tema attuale e mai risolto, proponendo diverse letture e lasciando lo spettatore a confrontarsi con le riflessioni consequenziali. Risulta chiaro però come l’uccisione di una donna in quanto donna rappresenti il risultato tragico e devastante di una serie di atteggiamenti psicologici, culturali e sociali e difficilmente possa essere trattato come un fatto isolato o un gesto improvviso, un raptus. Dal punto di vista sociale, una delle principali cause di violenza deriva dal perdurare di un modello socioculturale patriarcale che vuole la donna al servizio dell’uomo o addirittura una proprietà a tutti gli effetti. In un contesto di questo tipo, l’espressione dell’autonomia di pensiero e di azione della del genere femminile può venire avvertita come minaccia alla virilità e al diritto di potere del sesso opposto.