SorrisoDiverso

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Nato a Toronto nel 1926, Norman è tra le personalità con maggiore influenza nella storia del cinema internazionale. Vincitore di numerosissimi premi, è stato nominato ben due volte agli Academy Awards come Miglior Regista. 

Jewison non ha mai temuto di affrontare temi controversi nei suoi film, anche se potevano sembrare rivoluzionari per la sua epoca. Ecco alcune delle pellicole più famose del regista canadese, da rivedere subito:

Norman Jewison

Foto by Rrburke via Wikimedia Commons/CC BY 2.0

Cincinnati Kid (1965), una rappresentazione dell’ambiente dei casinò senza censure

Cincinnati Kid è certamente uno tra i film più famosi di Jewison, e negli anni è diventato simbolo del connubio tra il cinema e il mondo del divertimento, soprattutto nell’ambiente dei casinò. 

Il copione del film è un adattamento dell’omonimo romanzo di Richard Jessup, e fu scritto da Terry Southern e Ring Lardner Jr. Quest’ultimo, nel 1947, era stato aggiunto all’infame lista nera di Hollywood diventata famosa come “The Hollywood Ten”, che includeva personalità del cinema sovversive ed accusate di diffondere propaganda comunista tramite le loro opere. 

Il film fu così rivoluzionario per la sua epoca, che non tutti i critici decisero di recensirlo positivamente. Oggi, però, è considerato a tutti gli effetti un capolavoro della storia del cinema.

Cincinnati Kid è ambientato negli anni ‘30 e narra la storia di Eric Stoner, un talentuoso giocatore di poker che vuole battere il grande mastro Lancey Howard, soprannominato “The Man”.

Jesus Christ Superstar (1973), un ritratto tutto nuovo del Messia

Jesus

Foto by Martina Clara via Wikimedia Commons/CC BY-SA 4.0.

Jesus Christ Superstar è forse il più iconico dei film musical di tutti i tempi. Ispirato dall’omonimo musical, ideato da Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, il film ha un cast composto perlopiù dagli stessi performers che cantavano e recitavano in Jesus Christ Superstar a Broadway.

Il film suscitò parecchio scandalo tra i critici cristiani, che lo hanno tacciato come blasfemo, soprattutto perché ritrae Gesù come un qualsiasi giovane uomo che è innegabilmente attratto dalle donne come Maria Maddalena. Ma non solo: persino gli ebrei si lamentarono dicendo che il film sottolinea la responsabilità del popolo ebreo nella condanna a morte di Gesù, con il rischio di infiammare ulteriormente certi stereotipi contro il loro popolo. 

Tuttavia, non la pensò così Papa Paolo VI, che invece apprezzò molto Jesus Christ Superstar e la canzone I Don’t Know How to Love Him, che nel film è cantata da Maria Maddalena. Il Papa disse che il film avrebbe avuto il merito di avvicinare molte persone alla fede cristiana.

La storia si concentra sul rapporto conflittuale tra Gesù e Giuda durante la settimana che precede la Crocifissione. Gli attori che hanno interpretato Gesù (Ted Neeley), Maria Maddalena (Yvonne Elliman) e Giuda (Carl Anderson) hanno vinto i Golden Globe Awards nel ‘74.

Moonstruck (1987) e gli amori in età avanzata

In Moonstruck, famoso perché ha come protagonista l'amatissima cantante Cher, Jewison affronta il tema degli amori (e dei matrimoni) quando non si è più giovanissimi. Loretta Castorini (Cher) non è più una ragazzina: ha 37 anni e un matrimonio alle spalle, in quanto è vedova. Tuttavia, la vita non le ha impedito di ritrovare l'amore: la donna, di origini italiane, sta infatti per sposarsi con Johnny Cammareri (Nicholas Cage), il quale però ha un comportamento piuttosto strano.

Johnny fa la sua proposta di matrimonio appena prima di partire per la Sicilia dove, secondo quanto da lui affermato, dovrebbe accudire la madre, malata e in punto di morte. Sulla scena, però, appare un personaggio bizzarro: Ronny, il fratello di Johnny, che è stato estraniato dalla sua famiglia, ma a quanto pare parteciperà comunque alle nozze.

Tutto fila liscio finché Ronny non decide di invitare Loretta a teatro. Da questo momento in poi, inizia un susseguirsi di eventi grotteschi: Loretta prima finisce a letto con Ronny, nonostante il suo promesso sposo la stia aspettando, poi incontra il padre Cosmo con l'amante, causando un putiferio in famiglia. L'happy ending c'è, ma è molto diverso da quello delle classiche storie d'amore del cinema: al suo ritorno Johnny non vuole più sposare Loretta, che invece sposerà Ronny. 

 

 

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Era il 13 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori continuavano a sbocciare
Ed il sole a splendere
E tornavano le rondini
E il cielo si colorava di rosa e di blu
La mattina si impastava il pane e si infornavano i ciambelloni
Diventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse
Era il 13 marzo 2020 i ragazzi studiavano connessi a Gsuite
E nel pomeriggio immancabile l’appuntamento a tressette
Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa
Dopo poco chiusero tutto
Anche gli uffici
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini
Perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali
E la gente si ammalava
Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire
Era il 13 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoria
I nonni le famiglie e anche i giovani
Allora la paura diventò reale
E le giornate sembravano tutte uguali
Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire
Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
Di scrivere lasciando libera l’immaginazione
Di leggere volando con la fantasia
Ci fu chi imparò una nuova lingua
Chi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesi
Chi capì di amare davvero  separato dalla vita
Chi smise di scendere a patti con l’ignoranza
Chi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria con solo otto coperti
Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l’amore  per il suo migliore amico
Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri
L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi
E l’economia andare a picco
Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti
E poi arrivò il giorno della liberazione
Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita
E che il virus aveva perso
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello
E fu allora che arrivò l’estate
Perché la primavera non lo sapeva
Ed aveva continuato ad esserci
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita.
Allora uscimmo e ci abbracciammo forte fino a stritolarci le ossa.
 
Dal web, un pensiero alla vita.
(L'autore ha scelto di restare anonimo)