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RECENSIONE: CHE FINE HA FATTO L’INCIVILTA' di Delio Colangelo

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“Che fine ha fatto l’inciviltà?” ci racconta la storia di personaggi il cui nome resta sconosciuto per tutta la durata della pellicola ma che risultano talmente riconoscibili e familiari allo spettatore, che questi non sente la mancanza di una presentazione dettagliata.

Un ragazzo incrocia per la strada una bella ragazza diretta in biblioteca e cerca in ogni modo di attaccare bottone con lei, superando una serie apparentemente interminabile di ostacoli che con una puntualità disarmante lo allontanano dalla sua occasione.

La differenza è che il protagonista è un ragazzo sulla sedia a rotelle e le sue difficoltà sono rappresentate dalle premure di una signora accompagnata dalla nipotina che di volta in volta lo allontana dalla ragazza, per condurlo alle strutture e le postazioni destinate ai disabili, le quali, tuttavia, finiscono per alienargli non solo la compagnia della ragazza, ma anche quella dei suoi coetanei.

Il cortometraggio evolve in un’escalation divertente di occasioni sfumate, fino a culminare in un finale che attraverso i suoi connotati paradossali mette in luce un’inevitabile contraddizione. La storia, infatti, svela con intelligenza il contrasto tra la concreta esigenza di strutture e premure a tutela della disabilità e il punto di vista di chi proprio per queste percepisce un confine che lo allontana dal resto delle persone e da quanto è loro agilmente accessibile.

La tematica di per sé controversa arriva allo spettatore con grande chiarezza, grazie alla struttura rovesciata del cortometraggio già paventata nel titolo, che riesce a produrre nello spettatore un’immedesimazione altrimenti difficile con un linguaggio efficace e alla portata di tutti.