SorrisoDiverso

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Nel centenario della morte del Maestro Federico Fellini, che non ha potuto ricevere i dovuti riconoscimenti a causa del COVID, vengono protratti i festeggiamenti fino al 31 dicembre. Notizia che ci rende molto felici e che ci sembra quantomai opportuna perché va ad unirsi al centenario della nascita di Giulietta Masina, sua compagna nella vita e nel lavoro. 

Federico Fellini é stato uno dei massimi esponenti della storia del cinema ed ha incantato intere generazioni con le sue opere dissacranti, oniriche, allusive. 

Nato a Rimini nel gennaio 1920, il Maestro fin da bambino ha mostrato una straordinaria capacità di osservazione nel cogliere particolarità di ogni persona o per saggio che incontrava sul proprio cammino, ricavandone vignette e caricature. Spesso si divertiva anche ad imitarne i gesti. Trasferitosi a Roma con la madre, dopo varie collaborazioni con i giornali, fra cui Il Corriere della Sera che gli pubblica alcune vignette,  come si legge su Wikipedia,  esordisce nell'aprile 1939, sul Marc'Aurelio, la principale rivista satirica italiana, nata nel 1931 e diretta da Vito De Bellis. Collabora come disegnatore satirico, ideatore di numerose rubriche (tra le quali È permesso…?), vignettista e autore delle celebri "Storielle di Federico", divenendo una firma di punta del quindicinale. Il suo principale referente in questa fase è il disegnatore satirico e illustratore cinematografico Enrico De Seta. Il successo nel Marc'Aurelio si traduce in buoni guadagni e inaspettate offerte di lavoro. Fellini fa conoscenza con personaggi a quel tempo già noti. Comincia a scrivere copioni e gag di sua mano. Collabora ad alcuni film di Erminio MacarioImputato, alzatevi! e Lo vedi come sei... lo vedi come sei? del 1939; Non me lo dire! e Il pirata sono io! del 1940; scrive le battute per gli spettacoli dal vivo di Aldo Fabrizi, nell'ambito di un'amicizia consolidata prima dell'esordio nel mondo dello spettacolo. Da qui passa alla Radio e conosce la donna della sua vita, Giulietta Masina, con la quale intraprende un sodalizio umano e artistico lungo una vita. Fa lo sceneggiatore e poi....il resto é storia. Sua una frase rimasta indimenticabile: 

“Avevo sempre sognato, da grande, di fare l’aggettivo. Ne sono lusingato. Cosa intendano gli americani con felliniano [in inglese è felliniesque, n.d.r.] posso immaginarlo: opulento, stravagante, onirico, bizzarro, nevrotico, fregnacciaro. Ecco, fregnacciaro è il termine giusto”.

Per omaggiarlo un gruppo di artisti, molti dei quali fanno parte di Tulipani di Seta Nera, gli hanno dedicato un video, che trovate nella prima pagina di questo sito in fondo:

https://psycofilm.it/

Da una idea di Paola DEI

Buon Compleanno Fellini

100 anni Federico Fellini 2020

100 anni Giulietta Masina 2021

Associazione ALI- Artiste

Associazione Centro Studi di Psicologia dell'Arte e Psicoterapie Espressive 

Musiche tratte dal Concerto Ufficiale del Maestro Vince Tempera dedicato ai 100 anni di Fellini

Citazione di Valerio Caprara per Aldo Tassone e Tullio Kezich

Citazione di Franco Mariotti

Voci recitanti: 

Daniela Benori

Cloris Brosca

Violetta Chiarini

Maria Caterina Dei

Paola Dei

Lucia Brogi

Laurentina Guidotti

Martina Guideri

Elisa Mariotti

Adriana Migliorini

Simone Migliorni

Maria Rosaria Omaggio

Mariano Rigillo

Anna Teresa Rossetti

Francesca Stajano Sasson

Opere pittoriche delle artiste Associazione A.L.I.

 

 

 

Valutazione attuale: 5 / 5

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Il 2020, come tutti sappiamo, è stato un anno che ha messo a dura prova il cinema e lo spettacolo dal vivo, ma, nonostante questo, fortunatamente, la creatività nasce e si sviluppa anche nei momenti inaspettati e molti cineasti hanno realizzato opere che meritano di essere ricordate.

A tutti; registi, attori, produttori, direttori della fotografia, direttori della musica, maestranze, va un elogio per i film che non ci hanno fatto mancare. Avendo qui la possibilità di parlare di dieci film ne elenco alcuni.

Richard Jewel di Clint Eastwood, novantenne regista che riesce ancora a costruire capolavori con la capacità di sondare nelle pieghe più intime dell'animo umano e della società; fra le sfumature morali e spirituali dell’uomo, per far venire a galla ingiustizie, malefatte e verità storiche scomode. Eastwood con il volto apparentemente imperturbabile ma con due occhi più vivi che mai, ha costruito il suo quarantaduesimo film da regista. Fra i film da lui diretti troviamo capolavori assoluti come Million Dollar baby, che ha ottenuto quattro Oscar, Gran Torino, Gli spietati, che ha ottenuto altri quattro Oscar, Mystic River, Un mondo perfetto, etc. In maniera sempre più asciutta e con una impronta personalissima, il cineasta riesce sempre in qualche modo a toccare il tema dell’essere diversi, unito a quello della reticenza dell’eroe, che nonostante ciò che gli gira intorno, mantiene una sanità e una pulizia di fondo con una etica semplice e diretta che nella strada fra il bene o il male sceglie sempre la via del bene. Come il personaggio principale, Eastwood, non é mai stato un contestatore, non é mai stato un agitatore di masse, ma rimane un reazionario per la sua ricerca di giustizia, correttezza ordine, senza assumere mai atteggiamenti reazionari o paternalistici. Resta semplicemente fedele a se stesso e non permette a nessuno di forgiare le proprie idee e i propri pensieri. A difendere Richard, un avvocato, interpretato dal bravissimo Sam Rockwell, premio Oscar per Tre manifesti a Ebbing Missouri, che, a sua volta rappresenta un'altro aspetto di Clint, quello di chi va per la propria strada alla ricerca di giustizia, amore per la libertà e per il pensiero libero.

Il granitico Clint piace ancora molto, eccome e, nonostante l’età rimane sempre fedele a se stesso, come recita il libro pubblicato da Minimum Fax, dove Robert E. Kapsis e Kathie Coblentz, tradotti da Alice Cesarini, hanno raccolto quaranta anni di interviste, intitolandolo: Fedele a me stesso.

La regina degli scacchi di Scott Frank e Allan Scott, serie Netflix tratta dal romanzo di Walter Tevis (1928-1984) The Queen’s Gambit, il “gambetto di donna”, una delle aperture scacchistiche più antiche che si conoscano. Lucena ne parlò in un suo scritto del  1497 ma è già nominata in un manoscritto precedente, conservato a Gottinga. Come si legge su Wikipedia nel primo periodo degli scacchi moderni, le aperture di donna non erano di moda, e il gambetto non divenne popolare finché non fu giocato nel 1873 a un torneo a Vienna. La sua popolarità crebbe molto in seguito alle teorie di Steinitz e Tarrasch sul gioco posizionale. Il picco di popolarità si ebbe negli anni venti e trenta del XX secolo. La serie è una sorprendente giocata di scacchi che insegna anche allo spettatore che più ignora il gioco, mosse e contromosse attraverso una fitta rete di combinazioni che viaggiano in parallelo con le emozioni, la rabbia, la gara fra maschi e femmine e le innumerevoli possibilità dell'essere umano. Il personaggio femminile che non ascolta invidie e pregiudizi ma tira avanti per la sua strada è Beth Harmon è una ragazza orfana di una madre psichiatrica, interpretata da Taylor-Joy doppiata da Veronica Benassi. L’orfanotrofio è un luogo difficile da vivere e così Beth trova il suo rifugio nel gioco degli scacchi. La sua vicenda è quella di una ragazza orfana di una madre psichiatrica e la sua storia ci racconta che anche nelle peggiori delle situazioni abbiamo la possibilità di trovare dei modi per sentirci meglio senza fare del male ma investendo energie su un progetto di vita.  La costumista è Gabriele Binder, le musiche sono di Carlos Rafael Rivera

Volevo nascondermi di Giorgio Diritti. Con uno strepitoso Elio Germano che riesce a calarsi nella fisicità e nei gesti del pittore Antonio Laccabue, meglio noto come Toni Ligabue, il film ripercorre le vicende della vita di questo grande artista, “El tudesch”, come lo chiama la gente, divenuto rachitico e strano a causa delle vicende dolorose attraversate nella sua vita. Figlio di una emigrante italiana respinto dalla Svizzera dove ha trascorso una infanzia dura e difficile, non ha però mai ceduto al freddo e alla solitudine, ha anzi cercato nella creatività una via d'uscita. Finalmente l'incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati gli offre la possibilità di quel riscatto creativo che si rivela essere l'unica strada per farsi amare, accettare da tutti ed esprimere finalmente se stesso donandoci opere che rappresentano il suo dono al mondo.

Siberia di Abel Ferrara girato, dopo un iniziale tentativo di crowdfounding, circa un anno fa in Alto Adige, con la partecipazione di Vivo Film e Rai Cinema, con il coinvolgimento anche del Messico e della Germania e con Willem Dafoe, nei panni del protagonista. Un film che affronta coraggiosamente le oscurità della psiche. L'attore e il cineasta statunitense, che lavorano insieme dai tempi di New Rose Hotel del 1998, non si sono mai persi di vista scoprendo una complicità che li accumuna anche in alcune scelte della vita.  Entrambi infatti vivono da diversi anni a Roma e amano gli stessi luoghi. Dopo Pasolini e Tommaso si ritrovano per raccontare la storia di un uomo solitario che nella tundra cerca di scacciare i propri demoni. La storia è quella di Clint, personaggio enigmatico che si è ritirato a vita solitaria gestendo una locanda dove offre ristoro a pochi viaggiatori. Una slitta di cani è l'unico mezzo che permette il contatto con il mondo esterno. Qui, dopo la visita di una donna incinta e di sua madre l'uomo decide di esplorare le profondità metafisiche della sua memoria sfidando la neve per entrare in un viaggio fatto di orrori, piaceri e scoperte. L’esplorazione dell’interiorità del protagonista e dell’attore Dafoe, dei suoi traumi di bambino e adulto, viene rappresentata attraverso un parallelismo con diversi luoghi e oggetti-simbolo del suo passato e della Storia; dagli occhiali del padre ad altri oggetti simbolo come bisturi, vinili, soldatini di legno. Le immagini sono di Stefano Falivene e il montaggio di Fabio Nunziata e Leonardo D. Bianchi, torna la scrittura di Christ Zois, psichiatra e sceneggiatore della fase post-St. John di Ferrara.

Favolacce di Fabio e Damiano D'Innocenzo, ha ricevuto l'Orso d'Argento  per la migliore sceneggiatura alla Berlinale 2020. Il film è la seconda opera dei fratelli D'Innocenzo che hanno aderito alla campagna #iorestoacasa, trasmettendo il film in streaming. Nella struggente opera, nulla è lasciato al caso ei  bambini sono abbandonati a se stessi in un film dove c'è spazio per raccontare  l'incomunicabilità fra le persone, le famiglie apparentemente perfette, dove tutti si dicono quanto sono bravi e capaci ma dove nessuno presta veramente attenzione all'altro. Un affresco della nostra società in cui troppo spesso i più isolati e trascurati  sono proprio i bambini; spettatori e veri protagonisti della storia. I bambini  incutono quasi timore reverenziale per la loro compostezza, per la loro fermezza. A dare la perfetta cornice al film è Max Tortora, voce fuori campo, che sostiene: “quello che segue è una storia vera, ispirato a una storia falsa”.

Ema di Pablo Larrain, regista che con questa opera demolisce ogni convenzione. Presentato in concorso alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia 2019, il film è arrivato nelle sale con grande ritardo. Poi Movies Inspired, coraggiosa società torinese ha avuto il coraggio di distribuirlo. 

É noto che il cineasta, uno dei più importanti registi sud-americani, nelle sue opere non cerca consensi, a lui interessa portare avanti una sua personalissima indagine sui personaggi. Basta pensare a Neruda, Jakye,  e altre sue opere dove non rasenta mai la retorica per comprendere come anche in questo film, sembra che si diverta a costruire un’opera volutamente inclassificabile per non dare punti di riferimento. Il pubblico infatti non vede le vicende per come sono ma viene sballottato fra i racconti dei personaggi  e tutto appare kafkiano, paradossale, bizzarro. Definito dal alcuni un musical psichedelico con un montaggio particolare dove emerge la figura di Ema, alias Mariana Di Girolamo, che, al contrario dell'opera è carismatica, eclettica, decisa  in contrasto con una opera dove nulla sembra avere una connotazione precisa. Il film avvince e decisamente incuriosisce.

Notturno di Gianfranco Rosi. Presentato alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia 2020 e scelto per rappresentare l'Italia agli Oscar, il documentario del cineasta nato in Eritrea, è frutto di tre anni di ricerca trascorsi lungo le zone di confine tra Siria, Libano, Iraq e Kurdistan  per raccontare gli orrori della guerra attraverso le vicende di vite che si intrecciano. Ecco allora un cacciatore in barca tra i canneti, una squadra di guerrigliere in pattuglia, un ragazzo che lavora a giornata per aiutare la famiglia e dei soldati a un posto di blocco. Rosi ha la capacità di cogliere gli aspetti più profondi di ogni personaggio e di ogni vicenda cogliendone l'umanità denudata da sovrastrutture, come accade in uno spettacolo teatrale messo in scena dai pazienti di un ospedale psichiatrico o come succede con una maestra elementare che fa terapia di classe o ancora con le madri che hanno perso figli e figlie. Un mondo fatto di disegni che raccontano gli orrori, di ombre e luci, dove ogni personaggio resiste e rivendica il suo quotidiano. Rosi riprende le albe, i tramonti, il vento che muove le fronde degli alberi e poi i volti che osservano tutto questo anche dai vetri. Il regista stesso in una intervista che il titolo «Notturno sta a significare qualcosa che non si conosce e che non si comprende […] Il film non da risposte, non fa domande, ma intende creare un mondo che separa la vita dall'inferno […] è girato in questi confini ma poi va avanti e assume una dimensione umana...»

Il lago delle oche selvatiche di  Yi'nan Diao, regista cinese  Orso d'Oro al Festival di Berlino, racconta la storia di Zhou, un uomo che appena uscito dal carcere si trova immediatamente all'interno di una contesa tra gang, dove viene ucciso un poliziotto. Ricercato dalla legge e dai rivali, deve fidarsi di Liu, una prostituta probabilmente innamorata di lui. L'opera affronta temi come la miseria, l'avidità, l'occidentalizzazione, la figura femminile e il racconto dell'antieroe.  Un noir avvincente che conferma le capacità del cineasta, ormai già entrato nell'Olimpo dei Maestri.

Hammamet di Gianni Amelio con un meraviglioso Pier Francesco Favino e con Claudia Gerini nei panni di Patrizia Caselli, amante di Craxi. Il film racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi e nessuno dei personaggi è chiamato con il proprio vero nome, emerge la figura inventata di Fausto è un espediente narrativo voluto dal regista in funzione di "antagonista. Nell'operaFavino mostra le sue splendide capacità attoriali e si impossessa delle movenze di Craxi e della sua fisicità tra piatti di pasta proibiti, scatti d'ira, ironia tagliente, nostalgie e rimpianti, tanto da far pensare che il film in certi momenti sia un documentario. Un' opera coraggiosa, come l'ha definita lo stesso regista, che non si è risparmiato nella ricerca di particolari importanti che offrissero una immagine umana a tutto tondo del politico, che si chiama solo presidente, esiliato ad Hammamet in Tunisia.  Le riprese del film sono iniziate nel 2019 pressoil Collegio Ghisleri, ex Arsenale di Pavia, a Legnano all'interno di Capannoni della fabbrica della Franco Tosi che sono stati traformati per l'occasione in quelli della Ansaldo a Milano, dove si tenne lo storico Congresso in cui Craxi a prì la crisi di Governo. Altre riprese sono state realizzate all'interno della villa ad Hammamet. Questo film verrà anche ricordato anche come l'ultimo con l'attore e doppiatore Romero Antonutti, nel ruolod el padre di Carxi, deceduto due mesi l'uscita del film nelle sale cinematografiche.

Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane da 01 Distribution dal 9 gennaio 2020, a dieci giorni dal ventennale della morte di Craxi. L'opera ha ricevuto il Premio Flaiano 2020  per la miglior interpretazione a Pierfrancesco Favino, il Nastro d'Argento e il Globo d'Oro sempre a Pierfrancesco Favino oltre a numerose nomination per la regia, la musica, il film.

Undine, un amore per sempre di Christian Petzold. Premiato al Festival di Berlino, il film è un'opera potente, emozionante, densa di vissuti coinvolgenti attraverso i quali il regista rielabora la figura mitologica di ondina con una storia d'amore che viaggia fra architettura e cinema. L'acqua è un elemento essenziale dell'opera dove emergono l'amore, il desiderio di vendetta, la paura. Unfilm che trascina nelle acqua più profonde per respirare l'odore di un amore totalizzante. Un'esperienza tattile, visiva, spaziale, che racconta le vicende di un amore leggendario, attraverso la fisicità di una storica, interpretata da Paula Beer che lavora come guida in un importante centro espositivo. Il film distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Europictures è interpretato da Paula Beer nel ruolo di Undine e da Franz Rogowski nel ruolo di Christoph e ha ricevuto al Festival di Berlino l'Orso d'Oro per la miglior attrice e il Premio FIPRESCI.

Film italiani presentati alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia:

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, Le sorelle Macaluso di Emma Dante, Padrenostro di Claudio Noce.

 

 

 

Valutazione attuale: 5 / 5

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FRANCESCO

Sinossi : Attraverso la figura e il lavoro di papa Francesco, il film ci mostra un percorso per tentare di comprendere quali azioni compiere per lasciare un futuro migliore alle generazioni a venire, soprattutto sulle sfide più urgenti del nostro secolo: il cambiamento climatico, il fenomeno delle migrazioni e dei rifugiati, la ricerca della pace e della tolleranza tra le religioni, la giustizia di genere e di identità, la salute e l’uguaglianza sociale ed economica. Con interviste esclusive a Sua Santità Papa Francesco, Sua Santità Papa Emerito Benedetto XVI, Mark Kennedy Shriver, Suor Norma Pimentel, Juan Carlos Cruz e molti altri.

Regia: Evgeny Afineevsky

Fotografia: Evgeny Afineevsky

Musiche: Adam Peters

Montaggio: Dan Swietlik

Durata: 118′

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Produzione: EVGENY AFINEEVSKY, DEN TOLMOR, ERIC ESRAILIAN TERI SCHWARTZ PER AFINEEVSKY-TOLMOR, UCLA SCHOOL OF THEATER, FILM AND TELEVISION, PFX POSTPRODUCTOIN, VISUAL EFFECTS STUDIO, IN ASSOCIAZIONE CON DIAMOND DOCS

NOTE

– EVENTO SPECIALE ALLA XV FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2020).

 

RECENSIONE

Ha ragione Laura Delli Colli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, con una delle sue battute più azzeccate, alla conferenza stampa di chiusura della Festa ha detto che questa eccezionale e straordinaria 15esima edizione e’ stata illuminata da due “Francesco”, Totti e Papa Bergoglio, se l’accostamento non possa essere percepito come irriguardoso, perché in effetti non lo e’. Per costruire questo ritratto del Santo Padre, ad Evgeny Afineevsky ci sono voluti 3 anni di ricerche e di duro lavoro. Il risultato e’ davvero stupefacente. Un capolavoro. Ne esce un gigante mondiale. In un’epoca in cui le leadership mondiali traballano, Papa Bergoglio svetta su tutti per autorevolezza, per coraggio, per capacità di incidere e cambiare (in meglio) la realtà che lo circonda. Per indirizzare le politiche mondiali verso un mondo migliore, e sostenibile per le nuove generazioni. In cui al centro sia l’essere umano, senza distinzioni di razza, religione, censo, orientamento sessuale. Ma con la dignità dell’essere umano, da preservare come bene supremo. Emergono, rifuggendo da ogni agiografia, vere e proprie rivoluzioni copernicane nella dottrina della Chiesa cattolica. Dalla pietra tombale messa una volta per tutte sugli abusi sessuali perpetrati dai religiosi, senza tolleranze, senza insabbiamenti, senza ipocrisie. Alla considerazione dei gay come persone così create da Dio, amate da Dio per come sono e che meritano rispetto e considerazione e meritano di fare famiglia (senza mai, accuratamente, però, pronunciare la parola “matrimonio”). Parole definitive sul genocidio egli armeni. Presa di posizione chiara e senza infingimenti a difesa degli ultimi, dei deboli, dei perseguitati, indipendentemente dalla loro fede, razza, ecc. (il caso degli islamici Rohingya, e di tutti i rifugiati, a cominciare di quelli di Lampedusa, non a caso, prima visita del suo pontificato). Il film si apre e si chiude sulla immagine, potentissima, che e’ andata sulle tv di tutto il mondo, del Santo Padre che, da solo, attraversa a piedi, faticosamente, una piazza S. Pietro spettralmente vuota, di notte, in pieno lockdown, con un selciato livido di pioggia. Un dimostrazione di forza sovraumana e di empatia universale per il dolore del mondo. Da non perdere.

   VALUTAZIONE SINTETICA : 9

DONNA DI QUADRI

Sinossi: Graziella Lonardi Buontempo, mecenate, collezionista e amante dell’arte contemporanea, nasce a Napoli nel 1928. Trasferitasi a Roma, inizia a frequentare artisti emergenti, sostenendoli e diventandone orientatrice e punto di riferimento. Il documentario racconta la sua avventura attraverso le voci di amici, familiari, collaboratori e grandi artisti che ne hanno incontrato il talent, da Achille Bonito Oliva a Raffaele La Capria e Lina Wertmüller.

Regia: Gabriele Raimondi

Altri titoli: Donna di quadri – Graziella Lonardi Buontempo

Durata: 65′

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Produzione: CLEMART REALIZZATA DA 3D PRODUZIONI IN COLLABORAZIONE CON SKY ARTE

– PRESENTATO ALLA XV FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2020) NELLA SEZIONE ‘OMAGGI’.

RECENSIONE


Alla proiezione della Festa del Cinema di Roma, riservata alla stampa, di venerdì 23 ottobre alle ore 19 al cinema Savoy di Roma, sono stato l’unico spettatore. Un vero peccato che i giornalisti accreditati non abbiamo visto questo film. Che e’ un piccolo capolavoro assoluto. Per aver dato lustro ad un personaggio di straordinario spicco della cultura e dell’arte della seconda metà del secolo scorso, come Graziella Lonardi Buontempo, una eccezionale donna che , come dice nel film Roberto Capucci, “sapeva di essere bella, ma non lo dimostrava”. Per aver costruito il ritratto con tecnica cinematografica sopraffina, con un montaggio nervoso e veloce di tante testimonianze di alto livello. Per aver usato sapientemente il materiale di repertorio. Per aver delineato, in soli 65 minuti, una personalità determinante per l’arte contemporanea e di avanguardia. Un film imperdibile.   

VALUTAZIONE SINTETICA : 10

L’OMBRA DELLE SPIE

GRAN BRETAGNA – 2020

Sinossi : La storia vera di Greville Wynne, un uomo d’affari inglese, che durante gli anni della Guerra Fredda divenne una spia, reclutata dall’MI6 – l’intelligence britannica – per ottenere informazioni. A causa del suo lavoro, infatti, Wynne era solito viaggiare nell’Europa orientale, motivo che spinse i servizi segreti a ingaggiarlo come corriere, così da ottenere da una fidata fonte russa, Oleg Penkovsky, le informazioni top-secret sul programma nucleare sovietico e la crisi dei missili cubani. Un reclutamento, quello di Wynne, che lo ha portato a percorrere vie pericolose e a rischiare la sua stessa vita, pur di salvare il mondo da una catastrofe nucleare…

Regia: Dominic Cooke

Attori: Benedict Cumberbatch – Greville Wynne, Merab Ninidze – Oleg Penkovsky, Rachel Brosnahan – Emily Donovan, Jessie Buckley – Sheila Wynne, Anton Lesser – Bertrand, Angus Wright – Dickie Franks, Vladimir Chuprikov – Nikita Krushchev, Kirill Pirogov – Gribanov, Keir Hills – Andrew Wynne, Mariya Mironova – Vera, James Schofield – Cox, Fred Haig – Lee, Jonathan Harden – Leonard, Olga Koch – Irina

Sceneggiatura: Tom O’Connor

Fotografia: Sean Bobbitt

Musiche: Abel Korzeniowski

Montaggio: Gareth C. Scales

Scenografia: Suzie Davies

Arredamento: Charlotte Dirickx (Charlotte Watts)

Costumi: Keith Madden

Titolo originale: Ironbark

Durata: 112′

Colore: C

Genere: DRAMMATICO, STORICO

Produzione: ADAM ACKLAND, BEN BROWNING, BEN PUGH, RORY AITKEN PER 42, FILMNATION ENTERTAINMENT, SUNNY MARCH

Distribuzione: EAGLE PICTURES

NOTE

– PRESENTATO ALLA XV FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2020) NELLA SEZIONE ‘TUTTI NE PARLANO’.

RECENSIONE

Ancora una volta un film inglese praticamente perfetto. Non c’e nulla da fare, il regno unito, sui film, ha una marcia in più rispetto a tutti gli altri. Film di genere, lineare, comprensibile, che guarda al grande pubblico, senza mai perdere di vista la qualità cinematografica. Impeccabile, non si riesce a trovare un difetto o una sbavatura. Attori splendidi. Messa in scena e confezione di altissimo livello. Avvincente e divertente. Da non perdere.

VALUTAZIONE SINTETICA : 8.5/9

ANOTHER ROUND

DANIMARCA – 2020

Sinossi : C’è una teoria secondo la quale tutti noi siamo nati con una piccola quantità di alcol già presente nel sangue e che, pertanto, una piccola ebbrezza possa aprire le nostre menti al mondo che ci circonda, diminuendo la nostra percezione dei problemi e aumentando la nostra creatività. Rincuorati da questa teoria, Martin e tre suoi amici, tutti annoiati insegnanti delle superiori, intraprendono un esperimento per mantenere un livello costante di ubriachezza durante tutta la giornata lavorativa. Se Churchill vinse la seconda guerra mondiale in preda a un pesante stordimento da alcol, chissà cosa potrebbero fare pochi bicchieri per loro e per i loro studenti? I primi risultati sono positivi e il piccolo progetto degli insegnanti si trasforma in un vero e proprio studio accademico. Sia le loro classi che i loro risultati personali continuano a migliorare e il gruppo si sente di nuovo vivo! Ben presto alcuni dei partecipanti vedono ulteriori miglioramenti e altri escono dai binari. Diventa sempre più chiaro che, anche se l’alcol può aver alimentato grandi risultati nella storia del mondo, alcuni azzardi portano delle serie conseguenze.

Regia: Thomas Vinterberg

Attori: Mads Mikkelsen – Martin, Thomas Bo Larsen – Tommy, Magnus Millang – Nikolaj, Lars Ranthe – Peter, Maria Bonnevie – Trine, Helene Reingaard Neumann – Amalie, Susse Wold – Preside, Magnus Sjørup – Jonas, Silas Cornelius Van – Kasper, Albert Rudbeck Lindhardt – Sebastian, Martin Greis-Rosenthal – Capocameriere, Frederik W. Rasmussen – Malthe, Aksel Vedsegaard – Jason, Aya Grann – Josephine, Gustav Sigurth Jeppesen – Rasmus, Freja Bella Lindahl – Caro, Mercedes Claro Schelin – Laura, Cassius Browning – Sander, Maria Ovi – Sigrid, Clara Phillipson – Nicola, Lucas Helt – Fjonk, Dorte Højsted – Bartender Karin

Sceneggiatura: Thomas Vinterberg, Tobias Lindholm

Fotografia: Sturla Brandth Grøvlen

Montaggio: Anne Østerud, Janus Billeskov Jansen

Scenografia: Sabine Hviid

Costumi: Ellen Lens, Manon Rasmussen

Suono: Jan Schermer, Hans Møller

Altri titoli: Another Round; Drunk

Durata: 115′

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SCOPE

Produzione: KASPER DISSING, SISSE GRAUM JØRGENSEN PER ZENTROPA ENTERTAINMENTS

Distribuzione: MOVIES INSPIRED

NOTE

– SELEZIONE UFFICIALE ALLA XV FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2020).

– SELEZIONE UFFICIALE AL 73. FESTIVAL DI CANNES (2020).

RECENSIONE

Thomas Vinterberg, sempre più lontano dagli stilemi del “Dogma 95”, ma non dimentico del meglio di quella lezione, ci regala un altro grande film. Che si prende gioco di tanti perbenismi con sublime ironia. E con citazioni coltissime e gustosissime (la carrellata dei discorsi ebbri dei grandi leader mondiali e’ da antologia). Cita Kierkegaard ad esergo iniziale (Cos’e’ l’amore? Il contenuto del sogno!”). E chiude con “Osare e’ perdere momentaneamente l’equilibrio. Non osare e’ perdere sé stessi!”, di Nietzsche. Da non perdere.  

Curiosità, ho chiesto al regista : “quanto può essere stata di ispirazione la lezione della commedia all’italiana classica, che fa ridere e fa pensare ed ha come ingrediente essenziale anche un pizzico di cattiveria? Il film può essere visto come una commedia sentimentale tra l’essere umano e la gioia di vivere, scandita nelle tre fasi classiche con una prima fase di innamoramento, una fase di crisi, con le conseguenze nefaste dell’alcolismo e con un decesso, ed una fase finale di trionfo della vita, nel senso globale, morte compresa, che e’ parte integrante della vita?”.  

La risposta di Thomas Vinterberg : “Mads continua a dirmi che ho fatto un film italiano, la cosa mi intriga. E’ vero. C’e’ un pizzico di italianità. Sono un grande ammiratore di Pasolini,Fellini. Forse c’e’ un rapporto con quegli straordinari maestri del cinema. Non e’ un film che può ritenersi una commedia. E per me e’ difficile definire questo film, parla della vita in un modo tale che può essere ispirazione per vivere, divertente, ma si parte da un momento tragico, di persone che hanno perso la voglie di vivere. Molti mi dicono nel finale cade, vola? Per me vola. Ha ripreso in mano la sua vita. Vola verso una nuova vita con la moglie”.

 VALUTAZIONE SINTETICA : 8

THE SPECIALS

FRANCIA – 2019

Sinossi : Bruno e Malik sono dediti all’educazione, quella dei bambini autistici; entrambi responsabili di due organizzazioni non profit separate, i due insegnano a ragazzi provenienti da realtà sociali problematiche a prendersi cura di casi più difficili che sono stati rifiutati da tutti gli altri insegnanti e istituzioni.

Regia: Eric Toledano, Olivier Nakache

Attori: Vincent Cassel – Bruno, Reda Kateb – Malik, Hélène Vincent – Hélène, Bryan Mialoundama – Dylan, Alban Ivanov – Menahem, Benjamin Lesieur – Joseph, Marco Locatelli – Valentin, Catherine Mouchet – Dott.ssa Ronssin, Frédéric Pierrot – Ispettore IGAS, Suliane Brahim – Ispettrice IGAS, Lyna Khoudri – Ludivine, Aloïse Sauvage – Shirel, Djibril Yoni – Fabrice, Ahmed Abdel-Laoui – Mounir, Darren Muselet – Cédric, Sophie Garric – Eva

Soggetto: Eric Toledano, Olivier Nakache

Sceneggiatura: Eric Toledano, Olivier Nakache

Fotografia: Antoine Sanier

Montaggio: Dorian Rigal-Ansous

Scenografia: Julia Lemaire

Arredamento: Virginie Destiné

Costumi: Isabelle Pannetier

Effetti: Roxane Fechner – (supervisione)

Suono: Pascal Armant, Sélim Azzazi

Altri titoli:

The Specials

Durata: 114′

Colore: C

Genere: COMMEDIA, SOCIALE

Produzione: NICOLAS DUVAL ADASSOVSKY PER QUAD, TEN CINEMA, IN COPRODUZIONE CON GAUMONT, TF1 FILMS PRODUCTION, BELGA PRODUCTIONS, 120 FILMS

Distribuzione: EUROPICTURES IN COLLABORAZIONE CON LUCKY RED

Data uscita 29 Ottobre 2020

– FILM DI CHIUSURA AL 72. FESTIVAL DI CANNES (2019).

– EVENTO SPECIALE ALLA XVIII EDIZIONE DI ‘ALICE NELLA CITTÀ’ (2020), SEZIONE AUTONOMA E PARALLELA DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA.

– REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DI: CANAL+, OCS, TF1, CINE+.

– COLLABORAZIONE ARTISTICA: MATHIEU VADEPIED.

RECENSIONE

Eric Toledano e Olivier Nakache hanno avuto un successo stratosferico in tutto il mondo con “Quasi Amici”. Confermando la loro straordinaria capacità di raccontare storie in modo brillante, e mai banale, con i successivi “Samba” , del 2014 e “C’est la vie! – Prendila come viene”, del 2016. Questa volta superano se stessi ed arrivano al capolavoro assoluto. I due registi conoscevano da oltre 20 anni le due associazioni di assistenza a bambini autistici molto problematici, che hanno ispirato il film. Hanno maturato per lungo tempo la loro decisione di raccontarne la edificante vicenda. Si sono presi tutto il tempo di avvicinare queste realtà. Di familiarizzare con le stesse, portandosi dietro i due eccellenti protagonisti, Vincent Cassel e Reda Kateb , offrendo loro non un copione precostituito, ma solo la prospettiva di una avventura umana. Hanno trasformato i veri educatori in attori e mischiato attori a veri pazienti autistici. Filmando un film di finzione pura  dove si respira più realtà che in un documentario. Ma con una brillantezza, una energia, un acume, un ritmo fuori dell’ordinario. Con la loro idea di cinema, che e’ diventata inimitabile cifra stilistica: cinema corale, divertente, con un grande senso dei tempi comici, trattando pero’ temi alti e importanti, anche tragici. Si dice sempre che il cinema non cambia il mondo. Ma la proiezione di questo film alla presidenza della repubblica francese ed al parlamento ha dato impulso ad un processo di investimenti pubblici lungo un necessario cammino di superamento delle fragilità del sistema sanitario francese. Speriamo sia di ispirazione anche da noi.  Capolavoro, da non perdere.

Curiosità : ho chiesto ai registi : “prima di tutto grazie di questo film entusiasmante. 2 domande ai registi. In che misura il film riflette la realtà? Ed in quale misura e’ stata di ispirazione la commedia all’italiana classica dei Risi, Scola, Monicelli, che fa ridere e fa pensare, senza dimenticare un ingrediente fondamentale, un pizzico di cattiveria? “

La risposta di Eric Toledano : “di tutto quello che c’e’ di falso nel film, non e’ vero che Vincent Cassell non ha successo con le donne. Non e’ un documentario, ma un vero film di finzione. Una madre ha detto che il loro figlio ha avuto una relazione di amicizia con l’educatore migliore di qualsiasi altra mai avuta in precedenza. L’ispirazione e’ stata la commedia, lo confermiamo. Anche con un pizzico di cattiveria, questa e’ una buona sottolineatura. Queste persone fanno del bene, senza rischiare di scadere nel buonismo. Magari la prossima vota ci metteremo un po’ di cattiveria in più.”.

VALUTAZIONE SINTETICA : 10

MESTARI CHENG - MEET THE MASTERS  

FINLANDIA, GRAN BRETAGNA, CINA - 2019

Sinossi : Dopo la morte di sua moglie, lo chef professionista Cheng arriva con il giovane figlio in un remoto villaggio della Finlandia per ritrovare un vecchio amico, finlandese, conosciuto a Shanghai. Al suo arrivo, nessuno nel villaggio sembra conoscere questa persona, ma Sirkka, proprietaria di una caffetteria, gli offre un alloggio. In cambio, Cheng la aiuta in cucina preparando le delizie della cucina cinese. A poco a poco, la sua cucina permette l'unione di queste culture molto diverse tra loro e Cheng diventa una celebrità all'interno della comunità. Sfortunatamente, però, il suo visto turistico sta per scadere. Gli abitanti del villaggio cercheranno quindi di elaborare un piano per aiutarlo a rimanere...

Regia: Mika Kaurismäki 

Attori:  Anna-Maija Tuokko  - Sirkka, Chu Pak Hong  - Cheng, Kari Väänänen  - Romppainen, Lucas Hsuan  - Nunjo, Vesa-Matti Loiri  - Vilppula

Sceneggiatura: Hannu Oravisto - (sceneggiatura originale), Mika Kaurismäki - (adattamento), Sami Keski-Vähälä - (adattamento)

Fotografia: Jari Mutikainen

Musiche: Anssi Tikanmäki

Montaggio: Tuuli Kuittinen

Scenografia: Maria Hulkkonen

Altri titoli: Master Cheng

Durata: 114'

Colore: C

Genere: COMMEDIA, DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 4K

Produzione: MIKA KAURISMÄKI, IAIN BROWN, CHUN YI YUEH PER MARIANNA FILMS, BY MEDIA, HAN RUAN YUAN HE

 RECENSIONE

 Il 65enne finlandese Mika Kaurismäki, dopo il successo dell'opera prima "The Liar", insieme al fratello Aki (di due anni più giovane) e ad alcuni amici ha fondato la società di produzione cinematografica Villealfa Filmproductions,una delle più importanti compagnie dedicate ai film a basso costo o senza budget, che alla fine degli anni Ottanta era la terza più grande di tutti i tempi in Finlandia. Nel 1987 ha fondato la Marianna Films: la sua prima produzione indipendente è stata il pluripremiato "Zombie and the Ghost Train". Nel 1994 ha realizzato nella giungla brasiliana il documentario "Tigrero: A Film That Was Never Made" con Samuel Fueller e Jim Jarmusch, ricevendo il premio della critica internazionale al Festival di Berlino nel 1994. Nel corso degli anni Novanta si è stabilito a Rio de Janeiro e ha iniziato a concentrarsi maggiormente sulle coproduzioni internazionali, di cui la più importante finora è la commedia “Los Angeles senza meta”. Con "Mama Africa", documentario sulla cantante Miriam Makeba, ha vinto il Premio del Pubblico al Festival di Berlino 2011. Ha ricevuto quattro premi Jussi, il maggiore riconoscimento del cinema finlandese. Mika Kaurismäki era, dunque, per la sua visione internazionale, il più adatto a questa (improbabile) co-produzione finlandese/inglese/cinese. L’intento del film e’ proprio l’incontro tra culture molto diverse. Ennesima dimostrazione che se il “diverso”, lo straniero, lo conosci non ne hai più paura e non c’e’ più motivo per combatterlo. Dopo una iniziale diffidenza, infatti, gli abitanti della sperduta parte finlandese della Lapponia (una rarità sul grande schermo), che mangiavano tutti i giorni patate e salsicce, sempre le sesse, presso la tavola calda di Sirkka, imparano ad apprezzare le strane pietanze cinesi, magistralmente confezionate dal Cheng del titolo. Ed anche a costatare il loro straordinario effetto terapeutico. Cheng (il pluripremiato attore di teatro Chu Pak Hong) nel film dice a Sirkka : “il buon cibo rende felici. E’ importante. Il cibo può guarire a volte. Cibo che scalda d’inverno e rinfresca d’estate. Calmante per i nervosi, eccitante per i pigri. Cibo diverso anche per uomo e donna”. Un film delizioso, delicato, garbato. Denso di poesia, di tenerezza, di amore, di sentori e sapori, di sentimenti, di gioie e di dolori. Imperdibile.

Curiosità : ai titoli di coda non scappate via come se la sala bruciasse, c’e’ un tripudio di immagini di cibi che vale il prezzo del biglietto.

VALUTAZIONE SINTETICA : 8.5

SALVATORE – SHOEMAKER OF DREAMS

ITALIA – 2020

Sinossi : L’appassionante storia umana, artistica e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall’infanzia a Bonito, dove ha realizzato le sue prime scarpe, al viaggio in America in cerca di fortuna, dalle esperienze a Hollywood al ritorno in Italia, dal rischio del fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla definitiva consacrazione. Carattere, istinto, genio, curiosità e straordinaria intuizione. Il docufilm mostra il mistero e il fascino di una figura complessa, un’icona della moda italiana e mondiale che non ha mai perso di vista l’importanza dei legami famigliari. Immagini inedite e testimonianze uniche vedono protagonisti, accanto ai membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda e cinematografici.

Regia: Luca Guadagnino

Attori: Michael Stuhlbarg – Narratore

Sceneggiatura: Dana Thomas

Fotografia: Clarissa Cappellani, Massimiliano Kuveiller

Montaggio: Walter Fasano

Durata: 120′

Colore: C

Genere: DOCUFILM

Produzione: FRANCESCO MELZI D’ERIL E GABRIELE MORATTI PER MEMO FILMS

NOTE

– FUORI CONCORSO ALLA 77. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2020).

– PRODUTTORE ESECUTIVO: STELLA SAVINO.

RECENSIONE

E’ (quasi) sempre vero che quando l’oggetto di un documentario e’ strepitoso, anche il documentario finisce con l’essere tale. Ma qui lo straripante talento di Luca Guadagnino riesce a fare qualcosa di più. Molto di più. Afferra l’attenzione dello spettatore con la prima sequenza (scarpe straordinarie che passano di mano in mano, di artigiani di bravura insuperabile, per le diverse fasi di lavoro), e non la molla più per oltre 2 ore , fino alla fantasmagorica danza finale di scarpe da sogno. Non e’ da tutti. Ci riesce solo che ama il suo lavoro fino alla ossessione. Come Salvatore Ferragamo, che, già all’apice del suo successo negli USA, sentì la necessità (e la umiltà) di iscriversi ad un corso universitario di anatomia, a 200 miglia da casa, per capire tutti i segreti delle ossa del piede. Intuendo e comprendendo che tutto il peso si scarica sull’arco del piede. Ed e’ quella parte della scarpa che deve essere rafforzata con una robusta e comoda armatura metallica, che nessuno prima di lui aveva realizzato, e che ha reso le sue scarpe il sogno di tutti i divi di Hollywood, e non solo. Semplicemente imperdibile.

Valutazione sintetica : 8.5/9

NOWHERE SPECIAL

ITALIA, GRAN BRETAGNA, ROMANIA – 2020

Sinossi : Un padre deve trovare una nuova famiglia per il figlio di tre anni quando scopre di avere pochi mesi di vita… Ispirato ad una storia vera.

Regia: Uberto Pasolini

Attori: James Norton – John, Daniel Lamont

Soggetto: Uberto Pasolini

Sceneggiatura: Uberto Pasolini

Fotografia: Marius Panduru

Musiche: Andrew Simon Mcallister

Montaggio: Masahiro Hirakubo, Saska Simpson

Scenografia: Patrick Creighton

Durata: 96′

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: CHRIS MARTIN, CRISTIAN NICOLESCU, UBERTO PASOLINI, ROBERTO SESSA PER PICOMEDIA, N.S.L., DIGITAL CUBE CON RAI CINEMA

NOTE

– IN CONCORSO ALLA 77. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2020), SEZIONE ‘ORIZZONTI’.

RECENSIONE

Uberto Pasolini e’ italianissimo, ma il suo cinema parla inglese. Non solo in lingua, ma anche nello stile, quello della scuola inglese, la migliore del mondo. I suoi film sono sempre di altissima qualità cinematografica. E questo suo ultimo e’ il migliore di tutti. Un film sulla vita ( e non sulla morte), ma anche una grande storia d’amore tra padre e figlio. E anche una storia di tanti amori possibili, quelli che potenzialmente le varie famiglie adottanti visitate sono pronte a mettere in campo. “Nowhere Special” e’ perfetto. Nel trattare temi universali senza alcun ricatto emotivo. Con un capolavoro di recitazione in sottrazione del protagonista James Norton, che interiorizza la panoplia di sentimenti dalla quale e’ investito, che esprime con gli occhi ed il linguaggio el corpo. Ma la vera star e’ Daniel Lamont, che a soli 4 anni ruba la scena a tutti e buca la pellicola ad ogni fotogramma. La chimica che si e’sviluppata tra lui e Norton ha del prodigioso. Un film di una tenerezza infinita. Struggente, ma anche di grande ed apprezzabile , sublime, sottile ironia. Semplicemente imperdibile.

VALUTAZIONE SINTETICA : 9

THE DUKE

GRAN BRETAGNA – 2020

Sinossi : Nel 1961, il tassista 60enne Kempton Bunton compie il primo (e finora unico) furto nella storia dalla National Gallery di Londra, rubando il ritratto del Duca di Wellington, opera di Francisco Goya. Per restituirlo, Kempton chiede un singolare riscatto: che il governo inglese investa di più nella cura degli anziani (aveva a lungo condotto una campagna affinché i pensionati ricevessero la televisione gratuita). Quello che è successo dopo è diventato oggetto di leggenda e solo 50 anni dopo è emersa l’intera storia: Kempton aveva creato una rete di bugie. L’unica verità era che era un brav’uomo, determinato a cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio. Come e perché abbia usato “il Duca” per raggiungere il proprio obiettivo è una storia incredibilmente affascinante.

Regia: Roger Michell

Attori: Jim BroadbentKempton Bunton, Helen MirrenDorothy Bunton, Fionn WhiteheadJackie Bunton, Anna Maxwell MartinSig.ra Gowling, Matthew GoodeJeremy Hutchinson, Jack BandeiraKenny Bunton, Aimee KellyIrene, Charlotte SpencerPamela, James WilbyGiudice Aarvold, John HeffernanEdward Cussen, Richard McCabeRab Butler, Andrew HavillSir Philip Hendy, Charles EdwardsSir Joseph Simpson, Sian CliffordDott. Unsworth, Sam SwainsburyBrompton, Dorian LoughMacpherson, Ashley KumarJavid Akram, Craig ConwaySig. Walker, Heather CraneyDebbie, Michael AdamsInverdale, Joshua McguireEric Crowther, Darren CharmanDuca di Wellington, Andy ParkerGoya, Simon HubbardMyton, Val McLaneFreda, Michael MatherEddie, Sparrow MichellAgnes Gowling, Aimee KellyIrene Boslover, Cliff BurnettWilf, Michael HodgsonBarry Spence, Steve GilesSig. Edbury

Sceneggiatura: Richard Bean, Clive Coleman

Fotografia: Mike Eley

Musiche: George Fenton

Montaggio: Kristina Hetherington

Scenografia: Kristian Milsted

Arredamento: Libby Uppington

Costumi: Dinah Collin

Durata: 95′

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO, COMMEDIA

Produzione: NICKY BENTHAM PER NEON FILMS

Distribuzione: BIM

NOTE

– FUORI CONCORSO ALLA 77. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2020).

(RECENSIONE DI CATELLO MASULLO ):. Quella inglese e’ la migliore cinematografia del mondo. Potendo contare sui migliori attori in assoluto (qui giganteggiano, e gigioneggiano… due colossi del cinema mondiale come Jim Broadbent e Helen Mirren) su sceneggiatori superlativi (qui Richard Bean e Clive Coleman) registi capaci e talentuosi (qui Roger Michell, regista sudafricano/inglese, celebre per Notting Hill (1999), per non parlare dei migliori scenografi, montatori, ecc.  Non e’ quindi raro che i film inglesi rasentino la perfezione assoluta. Battute fulminanti (il dibattito processuale e’ da antologia), ironia sublime, prove attoriali inarrivabili. Una commedia divertente, ironica, sottile. Sempre ai massimi livelli di qualità cinematografica. Da non perdere.

VALUTAZIONE SINTETICA : 9

JOJO RABBIT 

GERMANIA, USA

Jojo Betzler ha 10 anni e vive a Vienna con la mamma vedova durante gli ultimi anni del nazismo. Jojo è un bambino dolce e un po' timido, con un grande amico paffutello e occhialuto, insieme al quale vuole diventare un perfetto giovane nazista. Perché Jojo ha un idolo, Adolf Hitler, che ha trasformato in un amico immaginario.

Regia:  Taika Waititi

Attori:  Johannes 'Jojo Rabbit' Betzler - Roman Griffin Davis, Elsa Korr - Thomasin Mckenzie, Adolf Hitler - Taika Waititi, Fraulein Rahm - Rebel Wilson, Cap. Deertz - Stephen Merchant, Cap. Klenzendorf        - Sam Rockwell, Finkel - Alfie Allen, Rosie Betzler - Scarlett Johansson, Yorki - Archie Yates, Christoph - Luke Brandon Field

Sceneggiatura: Taika Waititi

Fotografia: Mihai Malaimare Jr.

Musiche: Michael Giacchino

Montaggio: Tom Eagles, Yana Gorskaya

Scenografia: Ra Vincent

Costumi: Mayes C. Rubeo

Durata: 108'

Colore: C

Genere: COMMEDIA, DRAMMATICO, GUERRA

Specifiche tecniche: Aspect Ratio 1.85 : 1

Tratto da: romanzo omonimo di Christine Leunens

Produzione: CZECH ANGLO PRODUCTIONS, PIKI FILMS, DEFENDER FILMS, FOX SEARCHLIGHT PICTURES

Distribuzione: 20TH CENTURY FOX

Data uscita 16 Gennaio 2020

NOTE

- PRODUTTORI CARTHEW NEAL, TAIKA WAITITI, CHELSEA WINSTANLEY

- VINCITORE DEL PREMIO DEL PUBBLICO AL FESTIVAL DI TORONTO (2019)

- FILM DI APERTURA DEL 37° TORINO FILM FESTIVAL (2019)

RECENSIONE

Bisogna tener d’occhio questo talentuoso 45-enne neozelandese di Wellington, Taika Waititi. Dopo inizi da attore, perviene rapidamente alla sceneggiatura e alla regia. La prima vera prova alla regia è "Two Cars, One Night", un cortometraggio nominato agli Oscar del 2005 e, con quello successivo, "Tama Tu" (2005), riguardante un gruppo di soldati Maori in Italia durante la seconda guerra mondiale, vince il Premio Speciale della Giuria Special al 55° Festival di Berlino, nella sezione 'Panorama'. Il suo primo lungometraggio nel 2007, con la commedia romantica "Eagle vs. Shark" (Gran Jury Prize al Sundance), seguono nel 2010 "Boy", premiato come Miglior Film della sezione 'Generation Kplus' al Festival di Berlino e vincitore di numerosi Festival Internazionali, nel 2015 "Vita da vampiro", Orso di Cristallo per il Miglior Film in Generation 14plus al Festival di Berlino, nel 2016 "Selvaggi in fuga", e nel 2017 "Thor: Ragnarok". Con questo “Jojo Rabbit” incanta il pubblico del festival di Toronto e viene scelto come film d’apertura del Festival di Torino. Un film totalmente riuscito. Che riesce nella impresa difficile di rappresentare l’orrore nazista con la deliziosa leggerezza e leggiadria del punto di vista della purezza di un bambino di 10 anni. Film di rara ironia, che vede tra i personaggi più riusciti l’amico immaginario del giovanissimo protagonista, un Adolf Hitler spassosissimo, interpretato dallo stesso regista Taika Waititi. Eccellenti tutti i giovanissimi attori. Ed una menzione speciale per i due campioni Sam Rockwell e, soprattutto, Scarlett Johansson, che per questo film guadagna la nomination all’Oscar per migliore attrice non protagonista, che fa il paio con la contemporanea nomination anche come migliore attrice protagonista per “Marriage Story”. Da non perdere. 

VALUTAZIONE SINTETICA : 8