SorrisoDiverso

RECENSIONE: NERO SU BIANCO di Angelo Frezza

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L’onorevole Beppe Guglia è un politico, un uomo distinto all’apparenza, ma allo stesso tempo collerico, capace di perdere tutto il suo contegno quando si tocca un argomento in particolare: gli immigrati, visti più come un problema espresso in grandi numeri – tutti rigorosamente anonimi – che come esseri umani.

Beppe Guglia lo dimostra fin dalle primissime scene, quando esprime senza mezzi termini tutto il suo disprezzo nei confronti di un ragazzo di colore che cerca di vendergli fazzoletti e accendini in mezzo alla strada. Malgrado questo, l’onorevole non gli dedica più di qualche secondo, perché quel giorno è impegnato in ben altra missione. Ha impiegato tutti i suoi mezzi per rintracciare la famiglia del donatore di cuore a cui deve la vita e finalmente ce l’ha fatta.

Anni prima, infatti, Beppe Guglia è stato sottoposto a un trapianto. La moglie dell’uomo è la donna che ha acconsentito all’espianto degli organi ed è lei che accoglie Beppe in casa propria. Lui non vuole fare altro che esprimere la propria gratitudine. Cerca di darle un compenso in denaro e insiste più volte perché la donna lo accetti, ma lei rifiuta: quel gesto di generosità non ha un prezzo e il marito stesso avrebbe desiderato che restasse un atto gratuito. La donna chiede solo una cosa: di poter ascoltare ancora una volta il battito del cuore dell’uomo che amava e di farlo riascoltare anche a sua figlia.

In questo momento, Beppe ha una rivelazione che lo turba profondamente. Una volta uscito dalla casa, collassa a terra, sul marciapiede, preda di un’improvvisa confusione, quasi un delirio. A causare questo crollo è il conflitto interiore che vive, incapace di coniugare le contraddizioni da cui si sente contaminato.

Questo passaggio è gestito intrecciando scene, immagini, suoni e vere e proprie allucinazioni per suggerire la parabola dell’angoscia nel protagonista che culmina lasciandolo, infine, inerme a terra, ignorato dai passanti. Il finale tuttavia, redime ogni contrasto e lascia impresso nello spettatore il calore di un atto di conforto.

 

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