SorrisoDiverso

RECENSIONE: PINOCCHI di Damiano Scarpa

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Questo cortometraggio racconta la storia di Pinocchio, dipingendola innanzi agli occhi dello spettatore con pennellate essenziali, delicate. Il luogo in cui la storia viene inscenata è uno spazio ampio, sgombro e con l’intonaco scrostato alle pareti. Un posto che evoca e amplifica il senso di abbandono in continua contrapposizione con la presenza umana.

Questo contrasto riflette la natura stessa del personaggio di Pinocchio, a metà strada tra un essere vivente e un oggetto inanimato. Il percorso che compie deciderà quale di queste due nature sarà prevalente sull’altra, ma in fondo, è proprio grazie ai suoi errori e alle sue difficoltà che Pinocchio potrà affermare, alla fine, di essere umano.

La vita si fa strada negli spazi vuoti, li ingombra e afferma sé stessa a viva voce. Pinocchio, infatti, è interpretato da molti attori, per la precisione dagli ospiti del Centro di Riabilitazione Luce Sul Mare. Le scene corali che rappresentano le peripezie di Pinocchio, lo fanno mettendo in scena delle vere e proprie coreografie: movimenti che raccontano una storia ma che creano soprattutto una sinergia, un contatto tra le persone che si trovano sulla scena.

Le disavventure di Pinocchio ci trascinano sino alla fine di questo cortometraggio che senza una battuta, senza una parola, ma con i gesti, i volti degli attori e la musica, raccontano un’umanità che afferma di esistere e che chiede solo di essere guardata.

 

 

 

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