SorrisoDiverso

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ITA - Vincitore del premio Miglior Corto d’Animazione 2021, Roberto è l’emozionante cortometraggio scritto e diretto da Carmen Córdoba González, autrice spagnola che porta sullo schermo un’opera d’esordio con cui apre la strada a una carriera nata con una formazione nell’ambito dell’ingegneria informatica e portata avanti con la realizzazione di opere d’animazione. Il cortometraggio mette in luce l’innegabile talento narrativo dell’autrice, capace di trasportare lo spettatore nel mondo dei suoi personaggi, di guidarlo alla scoperta dei sentimenti e delle debolezze che li rendono umani.

Roberto è il protagonista del cortometraggio e lo spettatore lo incontra per la prima volta quando, da bambino, regala alla ragazzina che vive nel palazzo di fronte un disegno corredato da un cuore, passandoglielo attraverso un filo per il bucato. Nel ritratto abbozzato dall’amico, la bambina si vede rappresentata paffutella. La cosa la fa sentire a disagio e la gioia della piccola si spegne. Roberto recupera il suo disegno, finito in strada, ricava dal foglio l’angolo che conteneva il cuore e glielo restituisce attraverso il filo del bucato. Gli anni trascorrono, ma questa simpatica tradizione continua a legare Roberto e la sua vicina, che tuttavia è sempre più chiusa in sé stessa e a disagio con il suo corpo, specialmente a causa del suo sovrappeso. Roberto, innamorato di lei, cerca in tutti i modi di aiutarla a emergere dalla gabbia delle sue insicurezze e a vedere sé stessa da un altro punto di vista.

Il cortometraggio utilizza l’immagine come rappresentazione e interpretazione, veritiera o illusoria. I personaggi, realizzati con il disegno 3D, nel cortometraggio vengono a loro volta ritratti, rappresentati, riflessi e immaginati: la loro raffigurazione ha il compito di rendere l’immagine che loro stessi hanno agli occhi non solo dello spettatore, ma anche di coloro che li amano e dei propri.

Con una grande squadra al lavoro sull’animazione del corto, composta da David Rubio Colomer, Josep Castaño, Pablo Guevara, Ignacio Maure Rosés e la stessa Carmen Córdoba González, Roberto è realizzato con una cura estrema per il dettaglio, lo stile, il realismo e l’efficacia comunicativa delle espressioni e dei movimenti. Le musiche a cura di Jordi Carbonell completano il corto d’animazione muto e corroborano la facilità con cui l’opera entra in immediato contatto con il pubblico di tutte le nazionalità e le età senza bisogno di parole.

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ENG - Winner of the Best Animated Short Film 2021 award, Roberto is the exciting short film written and directed by Carmen Córdoba González, a Spanish author who brings to the screen a debut work with which she paves the way for a career started as a computer engineer and carried on as a director and storyteller of animated works. The short film highlights the author’s undeniable narrative talent, capable of revealing her characters’ world and guiding the audience to discover their feelings and weaknesses.

Roberto is the short film main character, and the audience meets him for the first time when he was a child. At that time, he gives the girl who lives in the opposite building a drawing with a portrait of her and a heart, passing it to her through a clothesline. In the portrait sketched by her friend, the little girl is represented as chubby. This makes her feel uncomfortable and her happiness dies out. Roberto retrieves his drawing, dropped in the street, he cuts out the corner that contained the heart and returns it to her again through the clothesline. Years go by, but the nice habit to send her the drawing of a heart continues to bind Roberto and his neighbor, who is more and more reserved; she feels uncomfortable with her body, especially because of her overweight. Roberto, who is in love with her, tries in every way to help her to emerge from the cage of her insecurities and to see herself from a different point of view.

The short film uses the images as representation and interpretation – truthful or illusory. The characters, illustrated through 3D technique, in the short film are portrayed, represented, mirrored, and imagined: their representation aims to communicate the way they appear in the eyes not only of the audience, but also in their own.

With a great team working on the animation of the short, made up of David Rubio Colomer, Josep Castaño, Pablo Guevara, Ignacio Maure Rosés, and Carmen Córdoba González herself, Roberto is made with extreme attention to the detail, style, realism and to the communicative effectiveness of expressions and movements. The music by Jordi Carbonell completes the mute animated short film and helps the work to come immediately into contact with the audience of all nationalities and ages without needing for words.

 

 

 

 

 

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Dietro a Ricomincio da me c’è il lavoro di un cast tecnico composto prevalentemente da due figure che assolvono, insieme, la maggior parte dei ruoli nella realizzazione del corto. Enza Lasalandra dirige, produce e scrive il cortometraggio, oltre a interpretare una piccola parte all’interno del film. Paolo Geremia, invece, cura produzione esecutiva, riprese e montaggio. Il cortometraggio è il vincitore del Premio “Il Valore del Lavoro” 2021, assegnato da INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e scelto tra le opere rappresentative del tema citato dal premio stesso. Una narrazione lineare dispone con chiarezza gli episodi a cui si alternano brevi monologhi, capaci di esprimere la sensibilità e la dignità di una donna la cui carriera si è arrestata per un infortunio ma che saprà trovare il modo di ripartire anche senza il sostegno delle gambe.

Anna era un’attrice di teatro, ma da quando un incidente stradale l’ha costretta sulla sedia a rotelle, trascorre le sue giornate in solitudine e senza un vero e proprio scopo. Il suo dolore coinvolge il corpo ma colpisce anche il suo orgoglio, mentre sfoglia le fotografie che immortalano un passato glorioso, in apparenza perduto per sempre. Anna cerca consolazione nel calore della famiglia che, tuttavia, le riserva molte delusioni: le attenzioni che riceve, quando le riceve, hanno sempre più spesso i connotati di una compravendita, se non proprio di un’estorsione. Sua sorella e suo nipote le chiedono prestiti di denaro sempre più consistenti. Anna cede e allunga l’ennesima busta, che però, questa volta, contiene il degno pagamento di quanto i suoi familiari le hanno elargito durante il peggior momento della sua vita.

L’attrice principale del cortometraggio, Eleonora Manara, riesce con la sua performance accorata a comunicare la mortificazione e la solitudine del suo personaggio, ma anche il coraggio e il desiderio di riscatto che ancora più di tutto il resto la caratterizza. Anche la prova di Rossana Robione nei panni di Lydia, la sorella di Anna, riesce a trasmettere efficacemente l’affezione posticcia di un personaggio opportunista.

Una scrittura che trova la sua massima espressione nella riflessione iniziale e nella lettera finale di Anna definisce con lucidità e con estro al tempo stesso la personalità della protagonista, non estranea a battute d’arresto, ma comunque motivata a imboccare la strada di un nuovo inizio.  A permetterglielo ancora una volta è il lavoro, in principio un tasto dolente, origine di un’inguaribile nostalgia, adesso di nuovo una porta spalancata sul futuro.

 

 

 

 

 

 

 

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Diretto da Costanza Giordano e scritto dalla regista e da Francesco Giordano, Restare è il cortometraggio vincitore del Premio ANMIL 2021, scelto dall’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, tra le opere coerenti con i temi degli infortuni sul lavoro e della prevenzione. Capace di rivelare in poco meno di cinque minuti il dolore di chi perde un proprio caro a causa di un incidente sul lavoro, il cortometraggio è privo di battute fino a metà del suo arco. In questa parte a parlare sono le immagini di una quotidianità che, per quanto banale, procede come se nulla fosse cambiato. Solo dopo ha inizio il monologo del protagonista: forse una lettera, forse un pensiero dedicato a chi non c’è più. Le parole del personaggio principale accompagnano il resto del corto fino alla fine e introducono le scene che a seguire. Anche la colonna sonora si conforma al ritmo intervallato del cortometraggio, interrompendosi di colpo, come per effetto di un gesto brusco. Allo stesso modo, i rumori di fondo ammutoliscono un momento prima che il protagonista prenda la parola.

Il cortometraggio si apre sulla figura di un ragazzo paralizzato di fronte a una quotidianità che scorre per chiunque altro, ma non per lui. La vita, per il protagonista, è diventata intermittente e non riesce a reintrodursi nel flusso delle giornate: si ferma, torna indietro, pensa, si infuria e piange. Infine aspetta, e solo allora mette in ordine i pensieri e li dedica a suo padre. Inizia così la sua riflessione in cui si rivolge direttamente a lui, mentre la vita va avanti, ma senza un tassello. Procede tra quel genere di gesti di cui ci si accorge appena ma di cui si compone la vita. Ce n’è uno in particolare che più di tutti gli altri la rappresenta. Un gesto di prevenzione che può fare la differenza e può cambiare il destino di chi, per costruire qualcosa, ha dovuto perdere tutto ciò che ha realizzato per sé e per i suoi cari.

Francesco Giordano, unico attore all’interno del cortometraggio, impersona il giovane protagonista e riesce a conferirgli, con la sua interpretazione, una grande intensità, specialmente nella parte in cui strattona la recinzione del cantiere. Sempre sua è la voce che accompagna il corto fino agli ultimi momenti, interrogando un padre che non può rispondere.

Il realismo delle scene, le inquadrature dei paesaggi che coinvolgono un gran numero di complessi in costruzione, investiti dalle luci di una fotografia fredda, sono tutti elementi che convergono per generare un’atmosfera toccante ed esprimere la difficoltà di rimanere soli in un mondo un po’ più vuoto e spento di quanto fosse prima.