Diretto da Angelo Faraci e scritto da Giuseppe Romano e Rosaria Lo Porto, Regenerate è il vincitore del premio Sorriso Diverso Rai Cinema Channel 2021 con 151.998 visualizzazioni. L’autore aveva già partecipato al Festival TSN nel 2020 con il suo Don’t be silent, anch’esso sul podio dei corti più visualizzati, al terzo posto. L’opera che quest’anno gli ha fatto guadagnare l’ambito premio racconta una storia di sofferenza e di rinascita attraverso una narrazione che sa addentrarsi nella prospettiva interiore dell’individuo ed estendere, subito dopo, il punto di vista, considerando il tema ambientale.
La scena si apre su un padre e su sua figlia, la piccola Alessandra, che si godono una gita nel bosco. La bambina, entusiasta dell’esperienza, non si aspetta che la situazione sia destinata a trasformarsi in un incubo, quando suo padre si chiude con lei in un capanno sperduto nel cuore del paesaggio. Ciò che avviene all’interno segnerà Alessandra negli anni a venire. Lo spettatore la rincontra da adulta, insieme al suo ragazzo Gabriele. Il trauma degli abusi subiti le provoca un attacco di panico e la induce a telefonare alla sua psicologa, che, tuttavia, si dimostra inadeguata a offrirle il sostegno necessario ad affrontare la sua sofferenza. L’unico a cui importi davvero di medicare il dolore di Alessandra è proprio Gabriele, un ragazzo che si distingue per la sua sensibilità dalla massa indifferente dei suoi coetanei.
La performance dei due attori protagonisti Pietro Mirto e Laura Sangrigoli è orientata alla complessa rappresentazione di personaggi che portano addosso le cicatrici di traumi terribili o che si trovano a doverne osservare, impotenti, le conseguenze. Non si può poi fare a meno di menzionare la partecipazione dello stesso regista nel ruolo del padre di Alessandra e della giovanissima e promettente Mariachiara Pelligra nei panni di Alessandra da bambina.
Il passaggio con cui il tema della contaminazione e della rinascita viene esteso da una prospettiva prima individuale e poi più ampia, con il coinvolgimento della questione ambientale, è sottolineato dalle riprese. Replicando perfettamente quest’oscillazione, si avvicinano ai protagonisti e se ne allontanano per inquadrare gli scenari naturali che li circondano. Questa scelta narrativa e registica, resa anche grazie alle riprese effettuate con il drone, evoca un legame a doppio filo tra l’armonia interiore e quella con la natura.
Dopo aver subito terribili atti di violenza in un bosco, condotta lì con lo scopo di essere isolata, Alessandra si riconcilia con il mondo circostante grazie alla mediazione di un amore sano ed è proprio questo legame rinnovato con i sentimenti e con l’ambiente che vince, infine, le contaminazioni e le storture.