SorrisoDiverso

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Di Silvia Di Biagio
Le donne ultimamente indossano spesso leggings in quanto sono pantaloni comodi e anche economici, ma molto aderenti e provocanti. Proprio per quest'ultimo motivo nello stato americano del Montana i leggings potrebbero presto diventare illegali. Il repubblicano David Moore ha proposto una legge che dovrebbe metterli al bando in quanto abbigliamento "indecente", da non indossare in luogo pubblico.
Ovviamente se questa legge passerà potrà proibire altri indumenti provocanti che mettono in mostra il corpo. I leggings sono comunque un indumento molto usato non solo per uscire, ma anche per fare sport e se qualche donna continuasse a mettere i leggings è prevista una pesante multa o addirittura il carcere.
Un'esagerazione? Secondo Moore è una necessità e con lui concorda anche la Commissione legislativa dello Stato che ha approvato all'unanimità il decreto.
La legge 365 è stata redatta dopo lo scandalo del flash mob "Bare as you dare", in cui persone completamente nude guidavano una bicicletta nella città di Missoula. L'evento, che aveva come scopo quello di celebrare il corpo insieme al diritto dei ciclisti di usare le strade pubbliche, non è piaciuto né ai cittadini né ai legislatori, che sono subito corsi ai ripari.
Noi siamo liberi di fare le nostre scelte come siamo liberi di indossare quello che vogliamo; ognuno di noi dovrebbe essere cosciente di come si presenta agli altri in pubblico; bisognerebbe vestirsi in modo adeguato e se un pantalone è troppo stretto e risulta trasparente sarebbe meglio evitare di metterlo, ma nessuno ce lo può impedire. C'è sempre qualcuno a cui piace avere gli occhi puntati addosso e essere ammirato da tutti, ma non per questo bisogna punirlo.
È anche vero che noi ragazze portando questi leggings non siamo più originali nel vestire e sembriamo tutte uguali, ma è la moda del momento che ci porta ad essere così. Nonostante questo penso che il carcere sia eccessivo e a questo punto dovrebbero evitare di venderli.

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Di Silvia Di Biagio
Sono anni ormai che nel Pacifico è presente un'isola di plastica, un insieme di rifiuti accumulati in questa zona dalle correnti, che sta causando sempre più danni all'ambiente.
Esiste sin dagli anni 80, ma se ne sente parlare pochissimo, eppure il problema è grande in quanto questo cumulo di rifiuti si estende dalle coste del Nord America e dalle coste dell’Asia Minore, ha un'estensione che equivale al doppio del territorio degli Stati Uniti; E dentro quest’isola che, per via delle particolari correnti, è possibile trovare di tutto dai sacchetti di plastica a palloni da calcio, dai mattoncini lego a scarpe, borse e milioni di bottiglie e lattine. Oggetti che inquinano il mare e danneggiano gli animali e che, stando agli esperti, proverrebbe per un quinto dai rifiuti di navi e piattaforme petrolifere.
È presente probabilmente anche nell'oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo. Il vero problema, oltre a come poter smaltire tutta questa plastica, è che la plastica non è biodegradabile e permane per tempi lunghissimi nell'ambiente.
Si pensa alle alte concentrazioni di PCB (molto tossico e probabilmente cancerogeno) che possono entrare nella catena alimentare visto che i filamenti plastici sono difficilmente distinguibili dal plancton e quindi ingeriti da organismi marini, organismi di cui noi stessi essere umani ci cibiamo.
È preoccupante la presenza di rifiuti pervasivi e tossici, in un ecosistema fondamentale, durante periodi di decine o centinaia di anni.
L’isola di Henderson è stata considerata a lungo un “paradiso naturale”, tanto da essere un territorio sotto la protezione dell’Unesco, che l’ha definita: “uno dei migliori esempi di atollo corallino, rimasto intatto grazie alla quasi totale assenza di attività umana”. Anche se nessuno vive sull’isola o ci si avvicina, il livello crescente di inquinamento degli oceani ha fatto sì che l’isola non sia più pulita e priva di inquinamento, nonostante si trovi nel mezzo dell’oceano.
Se nel giro di questi anni non è stato risolto nulla, dubito che inizieranno a fare qualcosa, dato che l'ambiente sta subendo sempre più danni a causa dell'azione dell'uomo e ciò ci mostra la sua l'incapacità di adeguarsi ad esso e rispettarlo.

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Di Silvia Di Biagio
Il terrorismo islamico torna a uccidere in Europa.
Lunedì scorso in Inghilterra e precisamente nella città di Manchester, un ordigno imbottito di chiodi e bulloni, azionato a distanza dall'attentatore, è esploso all'interno del Manchester Arena, dove era da poco terminato un concerto di Ariana Grande.
L'esplosione ha causato la morte di 22 persone, nonché moltissimi feriti anche in maniera molto grave.
Lo spettacolo in programma era un concerto per bambini/adolescenti, accompagnati ovviamente da persone adulte e la vittima più giovane è stata la piccola Saffie, di appena otto anni, anche lei accompagnata dalla mamma e dalla sorella maggiore.
Il vile terrorismo non si accontenta più di distruggere vite umane. Ora colpisce anche i bambini e questo fatto dovrebbe far riflette tutto il mondo occidentale. Non colpisce più solo gli interessi economici e il benessere degli occidentali. Non si accontenta più. Vuole distruggere alla radice il modo di vivere che molti paesi democratici, come il nostro, hanno raggiunto in seguito a guerre e sofferenze.
Il terrorismo islamico ormai vuole farci vivere nel terrore.
Spero che i governanti di tutti i paesi colpiti si rendano conto della gravità dell'episodio accaduto a Manchester.
Con quest'ultimo attentato hanno voluto colpire il nostro futuro.