SorrisoDiverso

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di Antonia Szanto

Tutti noi abbiamo dei ricordi che ci legano a persone care, magari conservati dentro cassetti o ammucchiati dentro a delle scatole lasciate in soffitta. È sempre bello andarli a riscoprire perchè conservano una magia che non svanirà mai. Riaprire un album di famiglia o ritrovarsi un fiore pressato in un libro o qualsiasi altra cosa suscita in noi un'emozione unica e piacevole, perchè ad ogni singolo oggetto che noi conserviamo è legato un ricordo.
Ricordo ancora quando da piccola versai una bottiglietta di un profumo alla menta sul tappeto a casa di mia nonna. Nonostante i numerosi lavaggi quell'odore è rimasto e ogni volta che entro in quella stanza mi torna in mente quel momento particolare della mia infanzia in cui, presa dalla frenesia del gioco, per sbaglio, feci rovesciare quel deodorante per ambienti liquido. Gli anni passano ed i ricordi restano, forse sono l'unica cosa che potrà rimanere in eterno e l'unica cosa che fa risvegliare in noi una precisa cognizione del tempo che la maggior parte delle volte si perde durante l'arco delle giornate a cauda dei troppi impegni.
Le foto sono in assoluto il miglior ricordo che possiamo avere. Non parlo però delle foto postate sui social, ma delle foto vere e proprie, quelle concrete, quelle che si possono incorniciare e mettere sui comodini o sulle scrivanie. Quelle di famiglia, con gli amici o scattate in momenti particolari. Queste racchiudono un piccolo attimo del passato che acquista immortalità. Le più belle sono però quelle in bianco e nero, magari quelle dei nonni, a cui il tempo ha fatto ingiallire i bordi. Ti rendono partecipe, anche se solo con la fantasia, di quel determinato momento.
Ad oggi, l'era della tecnologia, le foto vengono trascurate. Non si stampano più, non si incorniciano più, si postano e restano lì, bloccate nella rete che sostituisce i comodini e le scrivanie, esposte a tutto il mondo. Ormai non sono più personali e ''appartengono'' a tutti coloro che le guardano.
In certe parti queste addirittura vengono vietate per ragioni di ''privacy''. A Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, la dirigente scolastica lo ha stabilito con una circolare, vietando così il vecchio caro ricordo della foto di classe per la tutela della pivacy dei minorenni. Lo scatto con i compagni di classe fatto in aula o in corridoio e rispolverato anni dopo da qualche cassetto dei ricordi diventa proibito.
Questo gesto potrebbe essere considerato un paradosso perchè i minorenni sono comunque esposti oggi come oggi fin dalla loro infanzia. Mediamente ogni bambino di 3/4 anni, se non anche di meno, possiede un tablet con il quale gioca ed entra sulla rete. Ragazzi di circa 10 hanni hanno account Facebook/Instagram dove ''chattano'' con i propri amici e postano foto.
Quindi, Perchè negare di possedere un ricordo cartaceo della propria infanzia o della propria adolescenza?

 

Fonti:
- www.corrierefiorentino.corriere.it

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di Antonia Szanto

Il mistero attira sempre tutti. La voglia di scavare nell'ignoto rende curiosa la mente umana che per sua natura non può rifiutare, se le è concesso, l'avere informazioni in più riguardanti argomenti o situazioni che le interessano particolarmente. Completamente avvolto nel mistero è il villaggio di Bran, una località della Transilvania situata al centro della Romania, nei pressi della città di Brasov. Intorno al XIII secolo i Cavalieri Teutonici costruirono una fortezza di legno su una collina circondata da un fitto bosco sull'antico confine tra la Transilvania e la Valacchia. Questa permetteva il transito dei mercanti da un confine all'altro, fino a quando nel 1242 essa non venne distrutta dai Mongoli. Nel novembre del 1377 il principe Luigi I d'Ungheria diede la possibilità agli abitanti della città di Brasov di costruire una struttura fortificata in pietra a spese loro. La città di Bran nascerà alle pendici di questa nuova costruzione in concomitanza con essa. Sin dalla fine della sua costruzione, questa fortezza servì al sovrano d'Ungheria come baluardo contro le invasioni ottomane. L'importanza del castello non venne meno con il tempo, infatti la sua posizione strategica ha fatto sì che molti principi danubiani potessero occuparlo. Da qui, con Vlad III detto ''impalatore'' per il fatto che aveva l'abitudine di punire i malfattori ed i nemici impalandoli, nacquero numerose leggende sul suo conto e queste furono d'ispirazione per lo scrittore irlandese Bram Stoker e la realizzazione del suo romanzo: ''Dracula''.
Secondo lo storico Benjamin Hugo Leblanc, il regno di Vlad Tepes ( Vlad III ) migliorò la condizione dei cittadini della regione: “il crimine e la corruzione cessarono, il commercio e la cultura prosperarono, e molti romeni oggi vedono Vlad Tepes come un eroe per la sua insistenza sull’onestà e sull’ordine“. Per Bram Stoker Vlad Dracula, figlio di Vlad Dracul, era il personaggio perfetto per il suo libro, anche perché Dracula in romeno significa “Diavolo”, quindi Vlad era il “Figlio del Diavolo“.
E’ importante precisare che Bram Stoker, nonostante abbia scritto un romanzo horror efficacissimo nella descrizione dei luoghi, non visitò mai la Romania, né tantomeno la Transilvania. L’autore irlandese studiò il folklore e i luoghi romeni nel British Museum di Londra, e fu aiutato nella stesura dall’amico ungherese Ármin Vámbéry.
Il castello Bran, dal punto di vista architettonico, ha subito nel tempo molti cambi di stili e varie modifiche da correnti artistiche in quanto vetrina della fusione di architetture diverse, quella gotica militare con quella rinascimentale.La fortezza è costruita con blocchi di pietra di fiume e di mattoni, per dare maggiore solidità e sicurezza in condizioni di guerra. Quattro torri si elevano nei quattro punti cardinali: la torre della polveriera, la torre di osservazione, la torre a est e la torre della porta. Tra 1920-1927 il castello venne restaurato sotto guida dell’architetto della corte reale, Carol Liman, il quale lo trasforma in una bella residenza estiva, con parco, lago, fontane e terrazze. Il Castello di Bran è all’interno in un paesaggio molto suggestivo: una stretta gola tra alte pareti rocciose che crea un’atmosfera di mistero e drammaticità.
I luoghi della Transilvania sono stati fonte di ispirazione anche per molti film. Un esempio è Gost Rider 2 (Fantasy/ Thriller), uscito nel 2012 e ideato dal regista Neveldine Taylor. Girato nella città di Sibiu, sulla strada a serpentina che attraversa le montagne detta ''Transfagarasan'', e in un altro castello locale. Il protagonista della saga, Johnny, interpretato da Nicolas Cage, in questo nuovo capitolo della saga è alle prese con la maledizione del cacciatore di taglie del diavolo. Accade però qualcosa di inaspettato, l’incontro con il leader di un gruppo di monaci ribelli. A questo punto Johnny sembra disposto a tutto pur di liberarsi una volta per sempre dalla maledizione che lo perseguita e nello stesso tempo salvare un ragazzino dalle grinfie del diavolo.
Un altro film è '' Youth withot youth'' (drammatico), uscito nel 2007, diretto da Francis Ford Coppola e interpretato da Tim Roth. L'attore interpreta il ruolo di Dominic Matei, un attempato professore di linguistica che sopravvive a un cataclisma fisico in seguito al quale scopre di aver miracolosamente ritrovato la giovinezza. Al ringiovanimento fisico si accompagna un graduale potenziamento delle capacità intellettive che attira l’attenzione di alcuni scienziati nazisti, costringendolo all’esilio. Mentre è in fuga ritrova il suo grande amore, Laura, e lavora per completare la sua ricerca sul linguaggio umano. Quando la sua ricerca mette in pericolo Laura, Dominic sarà costretto a scegliere tra il grande amore e il lavoro di una vita.
Sempre riguardante il castello Bran, Dacre Stoker, discendente dello scrittore del celeberrimo romanzo, ha promosso un concorso per passare la tenebrosa notte di Halloween nella patria di Dracula. Una carrozza trainata da cavalli procederà spedita attraverso la Transilvania portando i concorrenti, mentre il sole tramonterà all’orizzonte annunciando le tenebre. Quando oltrepasseranno l’ultima curva del sentiero costeggiato da fitti alberi, riusciranno a intravedere uno scorcio del castello di Bran. L’imponente castello, avvolto nella foschia, sarà la loro dimora per la notte. La sensazione di gelo che proveranno non viene dalla nebbia della sera, ma da una paura più antica della fitta vegetazione che, nel corso del tempo, è cresciuta attorno al castello. Questa è la terra dei vampiri, e non potranno andarsene prima dell’alba. Quando busseranno alle imponenti porte di legno dell’entrata verranno accolti da Dacre Stoker, discendente del noto Bram Stoker ed esperto di tradizioni e leggende transilvane. Entreranno nel castello ed esploreranno i corridoi in penombra, gli angoli bui e le scale scricchiolanti prima che la luce del giorno se ne vada del tutto. Potranno visitare tutte le 57 stanze, dagli elevati punti di osservazione alle profonde cripte, e godere di un’impareggiabile vista dei Carpati dalla terrazza, mentre il sole compirà l’ultimo tratto della sua lenta, ma inesorabile, discesa. Una volta che arriveranno le tenebre, però, meglio ritirarsi al coperto: pare che, al chiaro di luna, ospiti inattesi bussino al castello. Un passaggio segreto, li condurrà alla sfarzosa sala da pranzo, dove li attenderà un’intima cena a lume di candela, preparata esattamente come nel romanzo di Bram Stoker (anatra alla paprika). Dopo un pasto che sarà sicuramente in grado di fare buon sangue, avranno il piacere di poter dormire in una lussuosa bara foderata in velluto all’interno della cripta del conte. Nel caso in cui l'impatto emotivo sia troppo forte sono però disponibili dei letti. Così i concorrenti si lasceranno cullare dagli scricchiolii dei pavimenti e dall'ululato dei lupi che gli faranno da ninnananna.
Se si vuole provare un brivido e un salto nel passato immergendosi in folti boschi fiabeschi la Transilvania è il luogo ideale per vivere un'esperienza davvero indimenticabile.

 

Fonti:
- www.cosmopolitan.com;
- www.Ilcomuneinforma.it;
- www.cinemio.com;

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di Antonia Szanto

Il micro-credito è un'idea nata nella seconda metà del '900 dall'ex direttore e studente dell' università di Nashville del dipartimento di Economia. Nato a Chittagong, in Bangladesh, Muhammad Yunus è stato definito ''il genio buono'' o ''L'uomo dei miracoli''. Egli, infatti, vivendo in prima persona la situazione di estrema povertà del suo Paese, decise di darle una svolta, cercando di dare gli stessi diritti bancari anche a quelle persone che non potevano permettersi di effettuare prestiti e di avere un conto in banca. Questo fu il movente per la creazione del ''micro-credito'': come si può intuire la parola stessa ne suggerisce il significato. Il suo obiettivo era quello di sconfiggere la povertà, creando una banca che concedesse prestiti solo ai più poveri delle zone rurali a fronte di un progetto minimo. Prestiti che non fossero assistiti da alcuna garanzia e che richiedessero interessi soltanto nella misura minima necessaria perchè la banca fosse autosufficiente. Lo stesso Muhammad racconta un episodio realmente capitatogli: un giorno prestò ventisette dollari a dei contadini poverissimi di un villaggio; ovviamente a noi occidentali questa cifra ci può sembrare minima e quasi insignificante, ma in realtà fu sufficiente per strappare quarantadue famiglie alle mani di usurai. A questo punto il finale incoraggiante e inatteso: i debitori non solo restituirono la somma ricevuta con incredibile puntualità, ma diedero anche vita ad una piccola attività commerciale che garantì la loro sussistenza e dignità. Fu un risultato entusiasmante che permise a molte altre famiglie di aprire piccole attività redditizie dalla più svariata natura. In tal modo la moneta poteva essere messa nuovamente in circolo, così da creare di nuovo un meccanismo di di compra/vendita che, fino a quel momento, era venuto a mancare a causa dell condizioni misere in cui erano costretti a vivere gli abitanti di diversi villaggi del Bangladesh. La moneta, d'altronde, è essenziale in un sistema economico poichè a essa sono attribuite diverse funzioni: è lo strumento economico più importante, mediante il quale i soggetti realizzano lo scambio dei beni e dei servizi; é il mezzo per misurare il valore dei servizi stessi, poichè il loro valore è espresso con una cifra pagata poi con la moneta; è inoltre una riserva di valore, potendo essere accumulta per eventuali spese future.
L'idea del micro-credito venne battezzata il 12 ottobre 1983 con il nome di '' Gramee Bank'' (la banca del villaggio), ma ha iniziato ad operare in maniera informale già dal 1977, quando, incoraggiati del primo prestito, Muhammad e i suoi collaboratori hanno iniziato ad agire su numerosi villaggi bangladesi, dialogando con le loro comunità e prestando denaro per favorire l'avvio di microattività imprenditoriali.
Al momento, questa banca è la più imporatante istituzione mondiale nel campo del micro-credito.
Il grande genio di Muhammad può far riflettere molto sul problma della povertà al giorno d'oggi. Con poco, quest'uomo riuscì a creare un mondo a parte, quasi una realtà parallela, in cui al posto di andare incontro alla povertà si va contro di essa, cercando di porre rimedio a situazioni economiche critiche. Molte volte queste problematiche vengono trattate con indifferenza o bypassate completamente, come se non facessero parte del mondo in cui abitiamo e del quale ognuno di noi è cittadino. Uno sguardo più attento e un contributo attivo da parte di ognuno di noi potrebbero far scattare una reazione a catena, tramite la quale poter sollevare il tenore di vita di chi si trova a dover combattere ogni giorno con la fame e la sete.