SorrisoDiverso

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La professoressa Rama sta per finire la giornata di colloqui con i genitori, fino a quando non si presenta l’ultima madre. Dopo poco tempo la professoressa capisce che ha davanti non la madre di un suo alunno ma la madre del ragazzo che ha ucciso suo figlio. Comincia così un dibattito acceso tra le due: la prima che porta dentro di sé un grande peso e la seconda che cerca di trovare negli occhi dell’altra la soluzione per andare avanti, nonostante quel peso.
Le interpreti delle protagoniste danno vita ad un ottima esecuzione delle due protagoniste, che hanno una forte caratterizzazione. Nonostante si svolga per la maggior parte nella stessa stanza c’è un forte senso di dinamismo che intrattiene lo spettatore.

Le riprese accompagnano il dinamismo e le musiche di sottofondo la lettura del corto. Il corto porta con sé il messaggio che dietro ad un killer e ad un morto c’è anche qualcun altro che soffre, in questo caso le loro madri.

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Guardami è un corto straziante. Giulia Rosa, una bambina, racconta la quotidianità della sua famiglia. Racconta come sono il suo papà e la sua mamma e li descrive dimostrando tutto l’affetto che prova per loro. Racconta di quando ha paura dei mostri sotto al letto e chiama sua madre. Descrive la tranquillità che le da stare mano per mano con i suoi genitori. Giulia Rosa è una bambina felice nella sua famiglia che non vorrebbe stare da nessun'altra parte.

Ma il finale ci rende partecipi di una triste realtà, e ci fornisce dei dati che sono un vero colpo al cuore. I punti di forza di questo corto sono la sua originalità, la sua breve durata e il saper suscitare emozioni contrastanti a pochi momenti di distanza. La fotografia è di qualità e sa descrivere alla perfezione le parole della piccola protagonista. Un altro aspetto fondamentale sono le musiche, che durante tutto il corto ci offrono un'ulteriore chiave di lettura.

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Do ut des lascia un sorriso amaro sulla bocca. Fa ridere, perchè tutti i personaggi, a parte la protagonista, sono pompati al massimo, ma al tempo stesso nella storia c’è della verità. Giulia è una donna della capitale che vive con sua madre ed ha un lavoro precario. Nella compagnia in cui è stata assunta una volta al mese tutte le dipendenti, per restare nella loro posizione, devono andare a cena con il Presidente, fino a quando non tocca proprio a lei. Con poca volontà di andarci ma con dei debiti da pagare, Giulia comincia prepararsi per andare alla cena. Da quel momento cominceranno una serie di equivoci che porteranno la situazione ad essere ribaltata. Il cast è capace di dare l’impostazione caricaturale adatta ai personaggi, mentre la protagonista è ben caratterizzata. Le riprese aiutano ad ambientarsi nel contesto romano insieme all’uso del dialetto. E’ un corto da prendere in considerazione con un sorriso sulla faccia, consapevoli che è un sorriso amaro.