Rocco è un ragazzo proveniente da una famiglia rom che nella vita ha una grande passione, la musica, e un grande sogno, quello di poter andare a scuola. Entrambi saranno stroncati dal padre di Rocco, che invece lo vuole a lavoro con sé, pensando che sia la cosa migliore per lui e per la famiglia. Dopo un intervento del preside della scuola però, improvvisamente il padre decide di dare l’occasione a Rocco di frequentare le lezioni. Ed è qui che prende vita Maramandra, in un crescendo di musica e colori che confluiscono fino a creare un collegamento tra due mondi e due culture diverse. I personaggi, ben caratterizzati, sono interpretati in modo adeguato e, insieme ai dialoghi in dialetto, rendono l’opera realistica. Le immagini forse passano in secondo piano rispetto alla musica, che è una vera e propria colonna portante del corto ed è ciò che lo anima. Non mancano elementi misteriosi, come la parola “malamandra”, dal significato imprecisato, e la figura del mastro liutaio chesi intravede appena. Un bel corto che sa creare un collegamento forte e vantaggioso tra diverse culture.
RECENSIONE: Maramandra di Lele Nucera
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