SorrisoDiverso

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di Paola Tassone

Una amica mi ha segnalato questo video, un’inestimabile testimonianzasociale che vorrei condividere con voi: La storia di Massimo Max Fanelli - 55 anni - malato di SLA. La malattia, come racconta Max, ha iniziato a manifestarsi dal mignolo fin a diffondersi in tutto il corpo, sottraendogli qualsiasi privilegio. Comunicare per lui è possibile attraverso l’occhio collegato a un computer all’avanguardia, che legge i movimenti del suo sguardo Da quando è costretto in questa condizione, la sua frase chiave è diventata : “questo meglio che niente” .https://www.youtube.com/watch?v=kBvSMjZFXW8

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Di Paola Tassone
È trascorsa una settimana dagli eventi drammatici di Parigi, senza citare il tempo che ci separa dall’attentato alla sede del periodicoCharlie Hebdo; a tal proposito è normale interrogarsi sul perché è successo e se si può realizzare la convivenza pacifica di culture differenti all'interno della stessa comunità. Parliamo, in sostanza, dei principi del “Multiculturalismo”.
Il Festival internazionale del film corto Tulipani di seta nera, durante la propria rassegna cinematografica, l’anno scorso ha sottolineato le azioni e le potenzialità del concetto di integrazione delle persone di origine e culture diverse, attraverso le religioni. Da questo dibattito è emerso che le politiche di integrazione delle minoranze sono indispensabili per raggiungere una convivenza pacifica. Soffermandoci sul diritto di essere diverso e che, il passaggio fondamentale per realizzarlo è legato a un processo “evolutivo-culturale”. La presa di coscienza rimane lo snodo cardine.
Ogni singola persona di ogni comunità deve rispettare l’altro, senza ledere la libertà di nessuno, senza andar contro le leggi che regolamentano lo stato di appartenenza o residenza.
Questi argomenti sono stati approfonditi lo scorso 16 novembre alla Camera dei Deputati durante il convegno “Convivere oltre la paura: nuovi cittadini per un’Italia plurale”. In questa occasione è stato presentato il libro «Multiculturalismo. Una piccola introduzione» di un giovane studioso, Domenico Melidoro, ricercatore presso la LUISS. Oltre che l'autore al tavolo dei relatori erano presenti il parlamentare Khalid Chaouki, Sebastiano Maffettone, ordinario di Filosofia Politica della LUISS e Gabriella Sanna, responsabile del Servizio Intercultura delle Biblioteche di Roma.
L' On. Chaouki ha aperto il dibattito affermando l'importanza della corretta informazione giornalistica, che spesso crea grandi muri se viene eseguita con pregiudizi. Le notizie non devono giungere arricchite da inutili concetti demagogici, perché questo diventa controproducente. In sostanza, la disinformazione culturale e sociale riduce la capacità di creare una multiculturalità. “Oggi”, ha continuato l'On. Chaouki, “anche senza riflettere sulleconseguenze si utilizzano delle scorciatoie o degli slogan per lanciare accuse e accendere gli animi, il che non solo non porta a nulla, ma produce un grande malessere che si ripercuote sulla società”.
Per Maffettone il multiculturalismo è la giusta strategia per il dialogo, ed è fondamentale confrontarsi con le diversità culturali per raggiungere un alto grado di civiltà. Occorre superare il concetto di amico/nemico, e avere una visione articolata e intelligente del mondo. “Per essere multiculturalista”, ha continuato Maffettone, “non bisogna mai ragionare in maniera individualista. Le costituzioni sono ispirate ai concetti liberalisti. Uno Stato fondamentalmente è una collezione di individui, che rispetta l'altro[…] Secondo Will Kymlicka, fra i maggiori studiosi liberali del novecento, oltre al liberalismo individuale va abbinato il liberalismo di comunità”. Maffettone ha concluso affermando che gli Stati non sono sorretti da singoli individui, ma grazie alle comunità e tutte le comunità devo essere tutelate dalle politiche dello Stato.
La Sanna ha invece fornito un quadro completo di ciò che si sta mettendo in piedi nel panorama nazionale per poter realizzare una convivenza pacifica. Ha parlato di esempi pratici e di buone pratiche per realizzare, all'interno delle differenti comunità, una convivenza pacifica. Ha spiegato inoltre chemolte associazioni praticano l’Intercultura, partendo dalla condivisione di spazi comuni. Ha quindi in sostanza affermato che la società civile è molto più avanti delle politiche espresse dall'istituzione per realizzare la multiculturalità. Le città, soprattutto Roma, organizzano moltissime iniziative di dialogo interculturale, come per esempio: "Equilindo", in cui gli abitanti dell’Esquilino, cittadini di ogni etnia, vanno insieme a prendersi cura del proprio quartiere; "Alice nella Marranella" iniziativa che si svolge a Tor Pignattara, con l’obbiettivo di riscoprire e condividere insieme il quartiere che si dipinge dei colori del mondo.
Quindi se in realtà il convegno si è aperto con la domanda: possiamo parlare di successo o insuccesso del multiculturalismo dopo i fatti di Parigi e dopo l’11 settembre Per rispondere sarebbe necessario, in prima istanza, prendere coscienza della grande fatica che si fa per mantenere sano e propositivo l’Intercultura e la mediazione sociale. E proprio prendendo in considerazione questo non si può parlare di fallimento del multiculturalismo.
Grazie alla nostra comunità del “sorriso diverso” ci auspichiamo di far crescere nella società la sensibilità del diritto a essere diverso.
La Nostra Associazione, l’Università Cerca Lavoro, crede e porterà avanti questo processo evolutivo ed educativo di sensibilità alla solidarietà e all’inclusione di ogni individuo.

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Di Tassone Paola
Passeggiando nel cuore della città, rimango sempre incantata dal fascino della Roma Trasteverina. Partendo dalloa scorcio che si intravede dall'Isola Tiberina, rimango colpita dalla magia del color porpora del tramonto. Mi soffermo a guardare le facciate dei palazzi storici, gli ingressi che custodiscono vere e proprie opere d’arte. Curiosando qua e là mi imbatto in qualcosa di davvero particolare inserito tra il sacro, l’arte e la maestria di un’ antica alchimia, che oggi s’inserisce in una chiave contemporanea nota a tutti ed usata da tutti. L’Antica Spezieria di Santa Maria della Scala, oggi una bellissima ed affascinante Farmacia, che si trova al primo piano del convento dei Carmelitani Scalzi, annessa alla Chiesa di S. Maria della Scala. Mi incuriosisco ed inizio a pensare agli antichi alchimisti: chi erano, come si tramandavano gli antichi rimedi? e quando il popolo accedono altre alle cure dello spirito anche alle cure della propria salute?
Mi imbatto nellaLa più antica Farmacia di Trastevere, conosciuta come “Spezieria di S. Maria della Scala, è. Unun piccolo gioiello che conserva il laboratorio galenico e il frantoio originari., insieme alCon essi le maioliche colorate, i vasi, le bilance, gli alambicchi di distillazione, ei mortai., mentre sSono invece del Settecento l'arredamento, le scaffalature, le vetrine e il bancone;, e risale all’Oottocento l’adiacente laboratorio liquoristico.
In origine istituita per le necessità dei frati, che coltivavano nell'orto le piante medicinali necessarie alla loro salute, alla fine del Seicento fu aperta a tutti e divenne così famosa che vi ricorrevano anche principi, cardinali e perfino i medici dei pontefici. Questo gli valse l’appellativo di “farmacia dei papi” e i relativi benefici fiscali. Nell'atrio e sulla porta d'ingresso vi sono ancora i ritratti Fra Basilio della Concezione (1727-1804), farmacista del Settecento che consolidò la fama dell'esercizio inventando celebri medicamenti, come l'acqua contro l'isterismo e quella definita "antipestilenziale", perché sembrava proteggere chi veniva a contatto con malati contagiosi.
Tra i cimeli più singolari vi è il Trattato delli semplici, un rarissimo erbario attribuito allo stesso fra' Basilio, un libro enorme dovein cui venivano elencate tutte le erbe medicamentose e delle qualii cui si conservava sulla pagina un esempio essiccato.
Singolare anche il vaso della theriaca, un farmaco messo a punto da Andromaco il Vecchio, medico di Nerone, composto di 57 sostanze diverse fra cui carne di vipera maschio, considerata un infallibile antidoto contro i veleni. La Theriaca fu usata fino alla metà del secolo scorso, fino a quando non si sono estinti anche i ‘viperai’, i raccoglitori di vipere vive.
Sulle ante degli armadi sono dipinti padri della medicina come Ippocrate, Galeno, Avicenna, Mitridate e Andromaco, mentre all’interno degli armadi sono ritratti Vittorio Emanuele I e la moglie Maria Teresa d’Austria, in ricordo di una visita effettuata daidei reali nel 1802; ci sono anche, oppure Umberto I principe di Piemonte con e la duchessa Elena d’Aosta Elena, altri visitatori della farmacia.
Due scritte in latino caratterizzano l’arredo: che tradotte recitano più o meno "Dalla terra l’Altissimo creò i medicamenti: l’uomo prudente non li avrà in dispregio" e "Né l’erba li guarì né la miscela; sì la tua parola, Signore, la qual sana ogni cosa". Saggezza risalente ad un’epoca nella quale si faceva più affidamento alle mani del Signore che al resto, ma certamente ancora efficace davanti ai ‘prodigi’ della sanità pubblica odierna.
La spezieria della Scala ha continuato il suo servizio fino al 1978 e sino agli anni ’50 ha distribuito genuini medicinali a prezzi moderati tenendo aperto al pubblico un ambulatorio gratuito.
Oggi la spezieria si può visitare contattando Padre ????è visitabile e sugli scaffali settecenteschi si possono ammirare i vasi ancora pieni, mentre rimedi, ricettari ed erbari sono disposti come se questa non avesse mai chiuso.