SorrisoDiverso

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Di Silvia Di Biagio
Ultimamente negli Stati Uniti è stato eletto il quarantacinquesimo presidente, Donald Trump. Il nuovo presidente ha partecipato alle primarie dei Repubblicani da indipendente e non è stato riconosciuto dalla quasi totalità del partito. La sua elezione non dovrebbe essere stata poi così sorprendente in un paese così tanto spaccato a metà. Trump potrà anche non essere il salvatore della classe mediana e il riunificatore di un paese diviso da fratture sociali ma è l’ultimo segnale per gli Stati Uniti di pensare a una ricostruzione di patto sociale tra rappresentanza ed elettorato. La Clinton nell’ultimo dibattito con Trump lo attacca dicendogli che sta portando in basso la democrazia e che i voti vanno accettati anche se non piacciono. Nel giornale New York Times c’è scritto che Trump ha insultato gli elettori e la stessa democrazia dicendo che avrebbe accettato la sconfitta solo se non ci fosse stata corruzione di voto. Trump, durante le elezioni, è in vantaggio di circa 240 elettori rispetto alla Clinton; anche per ciò era sicuro che sarebbe stato il repubblicano a vincere. Il neo presidente ha annunciato di cancellare l’accordo commerciale Tpp, è un trattato di libero scambio tra 12 nazioni sull’oceano pacifico, di cui a Cina non ne fa parte e ciò poteva essere un freno al suo espansionismo sul mercato. Sarebbe stato uno dei più importanti provvedimenti per gli USA e avrebbe dovuto occuparsi dei diritti dei lavoratori; molti temono che la liberazione del commercio metta a rischio posti di lavoro in America. Un altro provvedimento preso da Trump è quello di rilanciare la produzione di energia con l’utilizzo di petrolio e carbone a discapito dell'energia alternativa. Ciò è stato detto anche durante la campagna elettorale quindi le persone che hanno votato sono a favore. Le società che si occupano di energie alternative, il giorno dopo l'elezione di Trump, hanno perso il 20% in borsa. Trump è stato molto criticato, per altri invece è sembrato migliore della Clinton, ma come si può eleggere un presidente che invece di sostenere lo sviluppo del paese e di migliorare le tecniche per ridurre l’inquinamento, tende a non considerare l'energia alternativa?

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Di Silvia di Biagio
È da un po’ di tempo che si sente parlare in continuazione di vittime e danni causati dalle catastrofi ambientali di questo ultimo periodo, che mettono a rischio il nostro paese. L'Italia è un paese a forte rischio di dissesto idrogeologico e risulta il secondo paese europeo più esposto a rischio sismico, infatti ogni anno si registrano tra i 1700 e 2500 terremoti, la stragrande maggioranza non viene neanche avvertita dalla popolazione. Alcuni però sono devastanti, come quello in Abruzzo, Emilia Romagna o Lazio-Umbria e Marche per citare i più recenti. Comunque le zone più a maggior rischio sono situate nelle Alpi orientali e nell'Appennino centro meridionale. La scossa più forte fino ad ora registrata è stata di una magnitudo 6.5 in Umbria nella zona di Norcia. La basilica della città è andata distrutta, case crollate ovunque e molte persone si ritrovano senza abitazione. Oltre a ciò violenti temporali hanno colpito il nord lunedì sera. Numerose sono state le frane e gli allagamenti ma non possiamo continuare a conviverci anche se la zona dei Castelli Romani fa da spettatrice a tutti questi fatti. Ormai l'Italia è un territorio che oltre a essere cambiato per le attività umane, sta variando anche in funzione degli eventi climatici. La causa fondamentale è l’urbanizzazione, siamo tanti molti e i rischi aumentano. Ma questi eventi che si susseguono, le temperature troppo alte mai nella media stagionale, tutto ciò è determinato da noi? Tutto ciò è determinato dall’uomo o è un andamento ciclico che comunque periodicamente la nostra terra subisce? Questo non possiamo saperlo ma una cosa è certa l’uomo dovrebbe smettere di provocare il surriscaldamento della terra utilizzando fonti di energia alternative a quelle tradizionali (fossili).

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Di Silvia di Biagio
Finalmente domenica finisce. Sono ormai diversi mesi che nel nostro Paese non si fa altro che parlare del referendum. Sono state spese milioni di parole. Probabilmente i nostri politici non sono mai stati interessati alle problematiche quotidiane della gente, mentre stanno manifestando un particolare interesse per questo referendum. Viene da chiederci: lo fanno per i nostri interessi, o per i loro come hanno fatto fino ad adesso? Sicuramente l'argomento della riforma costituzionale è importante, ma monopolizzare tutto il dibattito politico alla sola questione del referendum, tralasciando completamente problemi come il lavoro, la scuola, i trasporti e la sanità, ci viene appunto da chiederci se è veramente rivolta a noi questa riforma. Questo Paese potrà mai avere una classe dirigente che si preoccupi veramente dei problemi reali delle persone? Comunque, referendum si, referendum no a me verrebbe soltanto da dire referendum boh. Sui sondaggi politici effettuati prima del divieto pre-referendum costituzionale l'imbarazzo della scelta tra temi e analisi compiute nelle scorse settimane è evidente: su tutti uno dei temi più accattivanti è quanto avvenuto negli Stati Uniti. L'elezione di Trump avrà un effetto anche qui da noi in Italia favorendo le ragioni per il no. Comunque le intenzioni di voto mostrate negli ultimi sondaggi mostrano una tendenza piuttosto alta del settore “indecisi”. Gli elettori indecisi ma comunque propensi ad andare a votare presentano un leggero vantaggio per il no rispetto al si, altre persone non voteranno perché non sono ben informate e altre ancora perché non sono interessate, perché davanti a tanti problemi che coinvolgono l’Italia, i politici sembrano averli dimenticati per parlare solo del referendum.