Una scrittura fresca, scevra da falsi moralismi, che non strizza mai l’occhio al lettore per farsi amare, ma che riesce in poche pagine a farci sorridere, riflettere, pensare e farsi amare comunque. Il volume presentato al Cinecircolo Romano il 5 dicembre 2018, con la partecipazione dell’autrice, di Catello Masullo, di Paola Tassone e di Diego Righini rispecchia pienamente lo spirito di chi lo ha scritto.
Nelle pagine c’è Laura, la scrittrice e sceneggiatrice, come mi piace definirla, de: Il mio palinsesto, edito da Herkules Books, finito di stampare nel mese di maggio 2017.
Laura che mette a nudo la sua capacità di affrontare gli eventi quotidiani stando con i piedi per terra, ma riuscendo anche a osservare tutto dall’alto grazie alla sua capacità di mimetizzarsi e immedesimarsi nella giraffa, come sostiene Roberta Enni, direttore di Rai Gold con la quale collabora e che, nella divertente prefazione, si definisce capo-vittima.
Laura che scrive:” Che meraviglia! Sì, sono loro la meraviglia delle meraviglie, sono proprio le giraffe. L’animale più elegante del mondo, più di una qualunque modella su una passerella, più di qualunque altra cosa: la giraffa racchiude tutto, e tutte quelle doti e qualità che dovremo possedere noi esseri umani”.
Ho letto le pagine del libro con divertita fascinazione e con una voracità infantile, curiosa di scoprire cosa sarebbe accaduto nella pagina successiva e venendone puntualmente stupita.
Laura è capace di toccare il cuore delle cose e degli oggetti inondandoli di divertito animismo e lo fa con grande creatività, costruendo, dal nulla o da un noioso imprevisto quotidiano, una sceneggiatura divertente e profonda.
Ciò che desidera, in fondo, per sé stessa e per gli altri è la pace interiore. La trova ogni volta, grazie alla capacità di essere presente ma anche con quella di andare in trance davanti a un film: riuscendo a interpretare allo stesso tempo Biancaneve e Brontolo, oppure qualunque altro dei nani della famosa favola dei fratelli Grimm e la principessa in attesa di un metaforico principe. Lei stessa scrive: “[...]ebbene io lancio i telefoni! É uno sport un po’ caro, ma di grande soddisfazione. Del resto è pratica comune rompere o lanciare qualcosa quando l’ira monta a tali vette [...]” e:
” [...] ho amato Pretty woman: io per prima l’ho visto e rivisto. Per non parlare di via col vento […] chi di noi non ha pensato che lui o lei il giorno dopo non abbiano fatto un passo verso l’altro? Chi di noi non ha amato lui o lei?” E ancora: “[...] certo non mi aspetto il cavaliere sul cavallo bianco o il principe azzurro. Questo è chiaro, ma l’idea che un giorno qualcuno possa stupirci credo sia in un certo qual modo un motore interessante in quanto di per certo è ecologico!”
Laura indomita, incisiva, a tratti ruvida, ma capace di sanare i conflitti come un grande fiume che trasporta tutto senza sforzo. Leggendola non ho potuto fare a meno di pensare a Ferenczi, a Breton, alla scrittura automatica, alla psicoanalisi e al surrealismo. Il suo libro è una favola, ma anche un documento che evoca quel tipo di scrittura in grado di far emergere le parti più vere dell’anima, oltre ad essere la splendida sceneggiatura di una donna che ha saputo dare amore per due (e anche per tre) alla figlia.
Laura, che ha bisogno di vedere le righe in ordine ma che vive benissimo nel caos, riesce a donare occhi per comprendere l’amore anche ai ciechi.
“Non lontano da Roma vive una piccola comunità di ciechi [...] lo spettacolo era stato allestito per loro. L’amore è l’emozione che quel giorno non vidi ma udii: mi destò dal mio torpore. Pensando a tutti i giorni passati a provare e a inveire contro tutto e tutti mi sembrò un sogno che lasciava posto a una piccola gioia, che a pensarci non aveva rubato poi tutto questo tempo a me o agli altri attori della compagnia.”
Il mio palinsesto è un libro godibile, dove emerge il sogno di un mondo pieno di onestà, giustizia e moralità. Una lettura permeata di vero che indica anche una strada per elevarsi dalle follie del mondo.
Mi piace concludere questa recensione con la stessa frase con cui l’autrice conclude il libro:” Ora le righe si toccano. I colori sono intensi, ma non abbagliano, anzi emanano quasi un calore piacevole, percettibile. Cammino lungo il marciapiede, ascolto al telefono una voce familiare […] sto tornando a casa...”.
Autrice, Paola Dei.