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Ölümlü Dünya, regia di Ali Atay, critica a cura di Catello Masullo

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“Ölümlü Dünya” in italiano si può tradurre come “Mondo Mortale”. Appropriato, in teoria, per un film che ha per protagonisti i membri di una famiglia di killer professionisti. Molto meno nella specie, dato che si tratta di un film irresistibilmente comico. Di una deliziosa comicità surreale, “nonsense”. Fatta di gag fisiche e di gag verbali. Il riferimento ideale è all’inimitabile cinema dei fratelli Marx. Degli inseguimenti e degli omicidi in stile slapstick. Delle situazioni di comico imbarazzo, come nella scena da antologia della famiglia al completo che si presenta, in estate, in abiti da settimana bianca a casa dei genitori della promessa sposa di uno dei rampolli e si ingolfa nel corridoio di ingresso. Con una citazione omaggio di quella mitica di “Una Notte all’Opera” dei Fratelli Marx, in cui 13 persone si aggrovigliano entrando mano a mano tutti in una minuscola cabina navale da 2 persone. Ali Atay è alla sua seconda regia, ma si è già assicurata la primazia nella commedia turca, con un film originale e un po’ folle che inaugura, speriamo, un nuovo filone tutto da gustare. 

Curiosità: per questo film Feyyaz Yigit, per il ruolo di Serbest, ha ricevuto il premio per miglior attore non protagonista al Sadri Alisik Theatre and Cinema Awards 2018, e Ali Atay ha ottenuto la nomination al premio per miglior regista al Golden Palm Awards 2018.