SorrisoDiverso

AU, regia di Olga Kachugina, critica a cura di Massimo Nardin

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AU applica quelli che sono i fondamenti del buon documentario: mettersi da parte, dietro una quinta, e lasciar parlare i protagonisti e gli ambienti, senza spiegarli né tanto meno commentarli (al massimo, qualche inserto musicale che funge – anche – da stacco e respiro), tanto nei luoghi e negli incontri pubblici quanto nel privato e nell'intimità. Il compito dell'autore si limita quindi alla semplice e preziosa creazione di corrispondenze, di pause e accelerazioni, fughe di senso e rime con l'altro, così lontano – raggiungibile solo telefonicamente – eppure intimamente vicino. Nella frase della madre di Tima, il senso del film: “È così” (“Sic est”, verrebbe da dire mutuando il titolo di un altro documentario in concorso). Punto.