Florindo e Carlotta sono i due stravaganti protagonisti di questo cortometraggio, realizzato come un film muto e accompagnato da una colonna sonora che segue per tutti i suoi quindici minuti le vicissitudini dei personaggi.
Lui è un poeta disabile, arrivato in un paesino per ritirare un premio, ma che non ha mai più potuto fare ritorno a casa, per via dell’assenza di veicoli in grado di trasportare anche la sua sedia a rotelle. Lei è una prostituta che lavora e vive nello stesso paesino, circondata da altri individui altrettanto particolari e, per ragioni diverse, accomunati da un’esistenza condotta ai margini della società.
È proprio questa esistenza a essere al centro del cortometraggio. Al di là dei sentimenti di ostilità o compassione connaturati al loro ruolo e all’immagine sociale di Florindo e Carlotta esiste una dimensione umana, segreta come il cavo del guscio di una chiocciola: inaccessibile, impossibile da visitare.
Invece questo corto visita proprio quello spazio, mostrando i dolori, le difficoltà ma anche la generosità e il coraggio di esseri umani troppo spesso confusi con i loro accessori, i loro costumi, la loro sedia a rotelle.