SorrisoDiverso

RECENSIONE: ALTERS di Artemisio Desiderio

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Il piazzale antistante la chiesa di un paese del meridione diventa il palcoscenico di un viaggio tra allucinazione e realtà, tra sogno e veglia. Il protagonista del cortometraggio è Davide, un giovane artista di strada che vive di stenti, cercando di strappare un sorriso i suoi spettatori. La solitudine di una vita ai margini della società, l’esclusione e la malattia si impossessano del suo quotidiano, dando forma visibile agli incubi più reconditi.

Il corto, anche grazie alla sceneggiatura suggestiva di ispirazione neoralista, si fa spaccato della realtà odierna, delineando la difficoltà della vita di strada, la durezza dell’emarginazione sociale e l’abisso della malattia.

In appena nove minuti di pellicola - quasi interamente muta ma densa di importanti citazioni - “Alters” lascia lo spettatore colpito dall’inclemenza della realtà che delinea, in preda all’angosciosa sensazione della sospensione tra lo stato onirico e la veglia, accompagnandolo, allo stesso tempo, lungo un sentiero di empatia e comprensione della diversità.