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RECENSIONE: L’ESECUZIONE di Riccardo D’Alessandro

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La protagonista del cortometraggio è Valeria, una distinta signora di cinquant’anni che viene abbandonata dal marito per una ragazza più giovane, truffata dai commercialisti che la lasciano indebitata e senza lavoro, licenziata dall’azienda in cui lavorava da molti anni.

Sentendosi sola e senza vie d’uscita, Valeria medita di farsi giustizia da sola.

Quello che viene messo in scena è il dramma della società contemporanea che vede lo sgretolarsi delle reti sociali di protezione e l’indebolimento dei legami tradizionali, verso la fluidità del mercato del lavoro e l’individualizzazione dell’esistenza del singolo, divenuto unico responsabile delle proprie scelte e dei propri insuccessi. Tutti questi processi lasciano l’individuo in balia di un senso di vulnerabilità e insicurezza, e di una solitudine tali da spingere chiunque, anche i più insospettabili, a compiere gesti estremi e disperati.

Ma è sempre più facile condannare che provare a comprendere. Il messaggio che la storia di Valeria vuole trasmettere allo spettatore è che, anche nei momenti più bui, ognuno di noi deve trovare dentro di sé la forza per andare avanti. Non la violenza ma il perdono, solo questa è la chiave di volta.