In alcuni casi la violenza di genere può essere identificata come una mancata emancipazione culturale degli uomini che non accettano la volontà di autodeterminazione della donna? Questo corto pone molti quesiti, ma di sicuro resta una denuncia contro la pedofilia e un messaggio per le vittime combattute tra vendetta e perdono.
La tematica al centro della pellicola è coraggiosa, difficile e trattata con grande pudore: il racconto segue la storia di una figlia che da bambina ha subito abusi sessuali dal padre, del quale si mette alla ricerca dopo tanti anni, ritrovandolo in un letto d’ospedale.
Si può perdonare? Si può smettere di soffrire? Sono queste le domande che fanno da filo conduttore durante tutta la durata del cortometraggio. Un corto realizzato con l’obbiettivo di dar voce a tutte quelle vittime che non hanno potuto o voluto denunciare, con la speranza che possa indurre a riflettere e che possa essere socialmente utile a comprendere la stratificata complessità di emozioni e sentimenti che una simile situazione può produrre.