Una piccola storia di formazione che, da un “sogno” “privato”, solipsistico ed infantile, conduce – con il necessario passaggio attraverso gli scontri e gli incontri della “realtà” – ad un nuovo “sogno”, “sociale” e allargato, sancito dall'abbraccio con l'altro e con l'arte. Molto apprezzabile la fluidità della narrazione, una progressione delicata dall'indistinto bosco dell'innocenza all'organizzato eppur sempre sorprendente teatro della vita.