Nel fitto di uno sfondo grigio che risalta la freddezza di un mondo indifferente, si muove la protagonista del cortometraggio diretto da Alberto Marchiori e scritto dal regista insieme a Teresa Lucente. L’autore costruisce attorno al suo personaggio principale una realtà che si muove in autonomia, seguendo il moto circolare della routine, uno spazio silenzioso in cui la protagonista pare trovarsi sospesa, a galla sulla superficie della vita. Mettendo al servizio della cinepresa uno sguardo in grado di accogliere e di lasciare integro il silenzio riservato dei suoi personaggi, Alberto Marchiori mette in scena un racconto che con stile sobrio riesce a rappresentare la fragilità senza dramma, ma risaltandone i tratti umani e la dignità.
Maria è una madre e una nonna piena di attenzioni per i suoi cari. Per un breve momento la si vede proprio in loro compagnia, intenta a prendersi cura del nipotino e ad aiutare sua figlia. Dopo aver passato la vita a dedicarsi al suo ruolo, sembra prendere improvvisamente coscienza del fatto che ormai non le sia rimasto altro che quello. Una volta che i suoi familiari tornano a casa, l’abitazione di Maria sprofonda nella solitudine. L’atmosfera calda delle scene iniziali, animata dalla presenza umana e dai disegni del bambino, cede il posto a una desolazione inclemente. Le giornate vanno via goccia a goccia e con esse il senso del tempo che scivola senza, tuttavia, convergere da nessuna parte. Un graduale stillicidio – un po’ reale, un po’ metaforico – a cui Maria ha bisogno, una volta per tutte, di porre un argine.
Facendo mostra di una capacità interpretativa magistrale, per la quale vince il premio come Migliore Attrice 2021 durante il Festival TSN, Anna Cianca colpisce per la sensibilità peculiare che conferisce al suo personaggio. Realizzando un gioco di sguardi sospeso su un equilibrio sottile, l’attrice esprime la timida ricerca di contatto umano di Maria, il suo desiderio di riappropriarsi del valore delle giornate e di uno spazio di affettività individuale al di là della funzione svolta all’interno della famiglia. Degna controparte di questo personaggio è Paride, interpretato da Andrea Pergolesi, altrettanto capace di alludere a un dolore taciuto e di mostrare gli scorci di un tesoro di umanità, celato con modestia. Quella della comunicazione è un’alchimia che, nel corto di Alberto Marchiori, si realizza nel silenzio – un silenzio denso come dense sono anche le distanze, per conferire ancora più importanza a ciò che, alla fine, le colma.