1. "Buñuel nel labirinto delle tartarughe" di Salvador Simó: un azzardo coraggioso e prezioso come il documentario di cui ricostruisce la realizzazione; e come il maestro che lo aveva diretto, unico regista surrealista, là più che mai alle prese con una realtà che lo trascendeva e alla quale egli, nonostante ciò, mai abdicava.
2. "Cosa sarà" di Francesco Bruni: un'odissea privata, indicibile eppur esemplare, una delicata girandola di emozioni.
3. "L'incredibile storia de L'Isola delle Rose" di Sydney Sibilla: l'articolata e trascinante costruzione di un sogno, una utopia spezzata e illuminante, l'ennesimo successo di uno dei pochi registi italiani capaci di trasformare l'intrattenimento in autorialità.
4. "Hammamet" di Gianni Amelio: la crepuscolare trasfigurazione di un angolo della nostra storia, una ipnotica immedesimazione che, nell'inesausto dialogo tra interprete e personaggio, lascia emergere una disarmante umanità che va oltre qualsiasi valutazione storico-politica.
5. "Palm Springs" di Max Barbakow: un "Ricomincio da capo" espanso, scannerizzato, sintonizzato sull'egocentrico e divertito disincanto del terzo millennio.
6. "Undine" di Christian Petzold: una leggenda acquatica calata dentro una storia d'amore contemporanea, assoluta e beneficamente disorientante.
7. "Tenet" di Christopher Nolan: nuova immersione ipertrofica nei paradossi di scienza e coscienza di un regista che costruisce mirabolanti castelli mentali e spettacolari, sacrificando (inevitabilmente?) silenzio e mistero.
8. "Roubaix, une lumière" di Arnaud Desplechin: "Delitto e castigo" nella periferia francese, con il peso dei protagonisti capovolto attorno all'anziana assassinata, l'omicida sdoppiato e ridimensionato e l'investigatore esteso su tutto il racconto, super-occhio e voce di coscienze al margine.
9. "Lontano lontano" di Gianni Di Gregorio: una fuga improvvisata e trattenuta, un road movie a passo d'uomo, la ricognizione sottile e garbata di tre esistenze sospese tra lo scontato crepuscolo e una nuova alba inattesa.
10. "L'hotel degli amori smarriti" di Christophe Honoré: ricordi materializzati e spiazzanti dentro stanze della memoria che chiamano alla rinascita l'intensa protagonista e il suo umbratile ma tenace marito.