Di Alessia Angelini
Questo è il motto che guida da un po’di anni la “battaglia” che il karate sta portando avanti, alla conquista di un posto tra le discipline olimpiche.
Il karate nasce come un’arte marziale a Okinawa e si diffonde nel resto del Giappone negli anni 20, arrivando in occidente e in Italia negli anni 60. È proprio in occidente che diventa uno sport: così facendo l’approccio difensivo passa in secondo piano a favore di quello agonistico. A oggi, le competizioni che si effettuano sono di kata (un combattimento con avversari immaginari) e di kumitè (un combattimento tra due avversari).
Da moltissimi anni il karate cerca di entrare a far parte degli sporti olimpici, ma finora i risultati sono stati deludenti. A riguardo, purtroppo, il boccone più amaro da ingoiare sta nel fatto che sono sempre pochi voti a stabilire la sconfitta. Per esempio: nel 2005 il karate è arrivato al ballottaggio grazie al 66% di voti raccolti, che però non sono stati riconfermati nella seconda sessione di voto. Lo stesso epilogo si è avuto quando, dopo le olimpiadi di Londra 2012, questo sport si è trovato nella short list che avrebbe potuto permettergli di essere inserito nelle olimpiadi di Rio 2016. Alla fine l’onore è però toccato al rugby a 7 e al golf.
I motivi delle diverse bocciature sono vari e incerti, ma una delle cause principali potrebbe essere l’elevato numero di sport da combattimento all’interno del programma olimpico. Si suppone, infatti, che per permettere l’inserimento del karate debba essere eliminato almeno un altro sport. La lotta greco romana certamente non rischierà di sparire, in quanto è uno degli sport olimpici più antichi, mentre gli altri sono tutti stati introdotti da poco tempo, perciò non possono essere esclusi.
I sostenitori del karate, nonostante tutto, non demordono. Un nuovo tentativo sarà quello di cercare di aggiudicarsi un posto nelle olimpiadi di Tokyo 2020. Grazie ad una nuova regola del CIO (Comité International Olympique) il Paese ospitante può ora proporre 5 nuove discipline. Le prescelte dal Giappone sono: baseball-softball, arrampicata, skateboard e infine il karate. Il comitato internazionale olimpico si riunirà ad agosto del 2016 per decidere se accogliere o meno le proposte giapponesi. Nel frattempo, noi speriamo che tutto vada per il meglio e non ci venga più detto “sarà per la prossima volta”. D’altra parte, come recita un celebre motto: “un karateka non perde mai, a volte vince, a volte impara”. Il karate ha imparato abbastanza, forse è proprio arrivato il momento di vincere.

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