Paola Dei e Franco Mariotti, inarrestabili quando si tratta di entrare in profondità nei meccanismi del mondo dello spettacolo e nel cuore dei suoi personaggi, si sono lanciati, insieme, in una nuova impresa. Da questa, è nato un libro: “Gigi Proietti. Archeologia della risata”, da loro curato e aperto dalla prefazione di Nicola Borrelli, Direttore Generale Ministero Beni e Attività Culturali. Il volume è pubblicato dall’editore Sillabe con la collaborazione di Opera Laboratori e promosso dall’Associazione Culturale Centro Studi di Psicologia dell’Arte e Psicoterapie Espressive APS. Sarà disponibile a partire dal 2 novembre, anniversario di morte e di nascita di Gigi Proietti, su www.sillabe.it e successivamente in libreria.
Il libro raccoglie il racconto, i ricordi e le testimonianze di chi ha incontrato Proietti, di chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui, allineando i tasselli di un mosaico che ne ricompone il ritratto. L’idea di una ricostruzione che ripercorre il segno tracciato dal passaggio di Gigi Proietti nella storia dello spettacolo italiano è insita nel titolo del volume. Tuttavia, alla parola “Archeologia”, con il suo tono di impresa scientifica, si accosta il concetto impalpabile della “risata”. Un contrasto evocato per sottolineare quanto inafferrabile sia, nella sua natura composita, la materia della vita, il peso del lascito di un grande artista e il segreto di un talento istrionico che vive nella memoria e dalla memoria, ancora una volta, viene raccontato.
Tra i tanti contributi che insieme confluiscono a portare alla luce i contorni della figura di Gigi Proietti c’è anche un ricordo testimoniato da Paola Tassone, direttore artistico del Festival “Tulipani di Seta Nera”, nel capitolo intitolato “La Forza del Sorriso. Proietti e la sua forza: il sorriso”. Arricchiscono il progetto, inoltre, le illustrazioni realizzate dagli artisti dell’Associazione ALI.
La carriera di Gigi Proietti, costellata da sorprendenti interpretazioni come ne Il Circolo di Pickwick e A me gli occhi, please, nella miniserie Preferisco il Paradiso, o ancora in Febbre da cavallo nel ruolo di Mandrake o in Maresciallo Rocca, rappresenta l’occasione di osservare, attraverso la lente del suo percorso, le fasi di crescita e trasformazione del mondo dello spettacolo italiano, come afferma anche Nicola Borrelli, nella sua prefazione: «Ognuno degli autori ce lo restituisce infatti con grande precisione quasi a formare un caleidoscopio di sensazioni fornendoci anche una chiave di lettura sul cinema, sul teatro, sulla Tv dagli anni ’50 in poi».
La scelta della data della pubblicazione del libro assume un particolare significato, dato proprio dalla duplice ricorrenza, che pare riflettere l’apparire e il sottrarsi dalla scena. L’intermittenza della presenza dell’attore definisce, così, il contorno di una performance che si innesta nei ricordi del pubblico, delimitata da un inizio e da una fine che conchiudono gli impossibili contorni della risata.
- News
- Visite: 732